Che l’educazione sentimentale debba diventare materia scolastica è ormai – dopo la dolorosissima vicenda che fa piangere il cielo – evidente a tutti. E, da genitore ancor prima che da insegnante, non posso che essere d’accordo.
E’ altresì evidente che bisogna smetterla con l’insopportabile conformismo di credere che basti investire la scuola di responsabilità che non sono solo sue e con l’ipocrisia di nascondere la polvere sotto il tappeto. Illudersi che basti solo una nuova materia scolastica affinché queste lacrime non siano più versate, sarebbe costruirsi un alibi per alleggerire le coscienze e i sensi di colpa, un ponzio pilatesco lavarsene le mani.
La scuola, vorrei ricordarlo a chi troppo spesso le punta il dito e i ricorsi al Tar per contestare i suoi NO, educa ogni giorno, anche durante la ricreazione, a relazionarsi con gli altri e alla gentilezza, mettendo i paletti pedagogici necessari per vivere in armonia.
Paletti che la famiglia, la politica, i media, i social e compagnia cantante spesso, per mille e uno motivi, non riescono a mettere. Insomma la scuola, seppur nelle difficoltà di un mondo che cambia ogni giorno, è ancora capace di dire quei fastidiosi NO che la società nel suo complesso fatica a pronunciare.
Augusto Secchi
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