“O il governo definisce la platea degli esodati o non può chiedere noi di fare miracoli”. Lo hanno riferito i relatori della legge di Stabilità alla Camera, Renato Brunetta (Pdl) e Pier Paolo Baretta (Pd), dopo un incontro avuto alla Camera con il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli.
Noi, hanno spiegato, ”non abbiamo mai interloquito con la Fornero, e Grilli è d’accordo con noi. E’ un fatto di buon senso, conoscere numeri e risorse, come per la scuola. Per la spending review è necessario che la cancellazione dell’incremento orario nella scuola sia finanziata all’interno del ministero dell’Istruzione”. Insomma, hanno concluso, ”non può la legge di stabilità risolvere problemi che hanno aperto altre leggi e altre riforme”.
E questa è una prima risposta alla faccenda relativa all’aumento delle ore di cattedra ai professori, che a quanto è dato capire è ancora tutta da disegnare, visto che deve essere il Miur a indicare, come affermano Brunetta e Baretta, dove trovare i fondi previsti dalla spendig review: e dove li trova, considerato pure che ben oltre un milione di euro andranno via dalla casse per espletare il concorso, giudicato all’unanimità inutile, a cattedra?
E poi c’è la questione del cosiddetto gruppo che fa capo alla “Quota 96”. Circa 3500 lavoratori della scuola che sono stati bloccati dalla legge Fornero sulle pensioni e a cui non si vuole riconoscere il diritto alla quiescenza, per la semplice colpa di essere ingabbiati nel meccanismo della scuola che prevede una sola finestra di uscita in contemporanea con la chiusura dell’anno scolastico. Un emendamento all’emendamento sui cosiddetti esodati proposto dal Pd, per mano e volontà di Cesare Damiano e sollecitato dal presidente della Commissione cultura alla Camera, Emanuela Ghizzoni, era stato inserito per consentire a questo sfortunato personale di godere del diritto alla pensione, spostando i benefici non al 31 dicembre 2011 ma al 31 agosto 2012, così come del resto alcuni giudici del lavoro hanno sentenziato. Tuttavia, ritenuto inammissibile l’emendamento che intendeva salvare i lavoratori esodati, che così rimarranno senza lavoro e senza pensione per alcuni anni, anche l’emendamento che riguardava il comitato “Quota 96” prende il largo, abbandonando l’approdo verso il quale costoro speravano tenacemente.
Un ulteriore colpo basso che continua a non fare giustizia dei lavoratori dell’istruzione che fra l’altro, lo ricordiamo, si sono rivolti ai giudici del lavoro, al Tar e al Consiglio di Stato, mentre tutto fa pensare, considerati i pronunciamenti di taluni tribunali, che la faccenda la prenderà in mano la Corte costituzionale, oltre alla Corte dei conti.
Una vicenda strana e capziosa per colpire, come è ormai abitudine, il mondo della scuola che per sua natura ha sempre preferito la tranquillità della ricerca didattica alle barricate. Ma a quanto sembra è “mestieri” che qualcosa debba cambiare anche per loro, considerando che contro la scuola ormai si infierisce con troppa facilità.
In ogni caso, da notizie di agenzia, sembra che la questione degli esodati entrerà nel pacchetto, che verrà presentato venerdì prossimo, degli emendamenti dei relatori che hanno nel frattempo "chiesto al Governo le platee degli esodati per poter definire le quantificazioni". E la speranza del personale della “Quota 96” sta proprio in questa nuova discussione e in questa nuova possibilità di inserire il loro emendamento nel pacchetto degli emendamenti che riguarda gli esodati.
Contestualmente il comitato “Quota 96”, per mezzo di Giuseppe Grasso, ci fa sapere che “nel 2012 c’è stata una interruzione della legalità perché nel 2011 la circolare del Miur, sulla base della legge 449/97, che regola i pensionamenti della scuola e dell’afam, prevedeva la scadenza del 31 dicembre 2011 per i pensionamenti dell’anno scolastico 2010/11. Per il 2013 prevede sempre la scadenza del 31/12/2013 per la maturazione dei requisiti mentre solamente per i pensionamenti dell’anno scolastico 2011-2012, cioè l’anno scorso, la data per il possesso dei requisiti, anziché essere quella, correttamente, del 31.12.12, è rimasta ferma all’anno precedente, cioè al 31.12.11, a causa della data della Fornero.” Inoltre, fanno presente alcuni docenti del comitato “Quota 96” che “la circolare ultima della Lombardia stabilisce inequivocabilmente la questione della maturazione dei requisiti, sia dell’età sia degli anni contributivi.
Nella circolare si legge infatti: "Per il personale scolastico è rimasto in vigore l’art. 59 c.9 della L. 449/97, secondo il quale i requisiti si maturano entro il 31 dicembre dell’anno di pensionamento (quindi entro il 31/12/2013 ndr). Si precisa che tutti coloro che hanno maturato i requisiti entro il 31 dicembre 2011, rimangono soggetti al regime previgente per l’accesso e per la decorrenza del trattamento pensionistico di vecchiaia e di anzianità (come da ns circolare n. 25830 del 10.10.2011)". Continua dunque ad avere validità la legge preriforma Fornero, o comunque da essa non modificata e che lascia ai soli beneficiari del godimento del diritto alla pensione entro il 31 dicembre 2011.
In altre parole, la circolare ministeriale del 2013 si è peritata di menzionare chiaramente che la scadenza per la maturazione dei requisiti per l’anno scolastico 2012-2013 è fissata, visto che la legge 449/97 è ancora in vigore, al 31 dicembre 2013, così come la circolare ministeriale del 2011 fissava al 31 dicembre 2012 le stesse e identiche modalità di maturazione.
Nel 2012 però la legge 449/97, per la prima e unica volta nella storia della scuola italiana e per colpa dell’iniqua riforma Fornero, è stata sospesa in modo del tutto arbitrario e anticostituzionale.
L’ulteriore speranza di questo non numeroso gruppo di professori e Ata è che un nuovo emendamento possa rinascere, riaggrappandosi appunto a quello di Damiano sugli esodati.
Dunque l’attesa sta tutta sulle decisioni dei relatori.
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