I lettori ci scrivono

Non cambiate le tabelle di valutazione delle graduatorie!

In questi anni, abbiamo assistito al crollo sempre più incisivo delle istituzioni scolastiche, vessate da una politica becera che non ha fatto altro che proporre tagli economici al settore cultura.

In questo particolare momento storico, siamo i primi a sostenere la necessità di una riforma scolastica che dia più opportunità e contenuti agli studenti e che valorizzi maggiormente il ruolo di noi docenti. Ci saremmo, dunque, aspettati una soluzione alle classi-pollaio che rendono sempre più complicata la didattica; ci saremmo aspettati una soluzione alla carenza di docenti e di personale ata; ci saremmo aspettati una soluzione per i nostri studenti, specie i ragazzi con disabilità, che a volte attendono uno o due mesi dall’inizio dell’anno scolastico per avere insegnanti; ci saremmo aspettati fondi per creare laboratori, per risolvere problemi di edilizia di molte scuole che cadono a pezzi; ci saremmo aspettati un incremento dei nostri salari…

Tra tutte le criticità della scuola italiana, il governo ha, tuttavia, ritenuto le tabelle di valutazione un’urgenza su cui lavorare, stravolgendone i punteggi con la conseguente delusione di tutti coloro che, per anni, hanno lavorato nella scuola e hanno seguito un percorso di crescita formativa basandosi su tabelle di valutazione preesistenti da tempo.

Ma qual è il senso di cambiare dei criteri per vecchie graduatorie? Avrebbe un senso se TUTTE le graduatorie, comprese quelle di istituto, fossero esaurite perché miracolosamente tutti di ruolo. A quel punto sarebbe lecito proporre l’apertura di una graduatoria ex novo con nuovi criteri per i nuovi candidati. Ma nella situazione di oggi, caratterizzata da migliaia di precari, stravolgere tutto è inutile e deleterio in quanto la posizione acquisita potrebbe cambiare decisivamente.

In questi anni abbiamo speso soldi, tempo e fatica per arricchire la nostra formazione.

Abbiamo conseguito MASTER che da 3 punti verranno ingiustamente valutati 0, 5 pt (meno di una certificazione informatica). L’iscrizione a Master comporta ingenti spese. Difatti, molti di noi hanno frequentato master universitari dal costo minimo di 1500 euro con lezioni in presenza, esami e tesi.

Inoltre,iIl master di I livello corrisponde al livello 7 del quadro europeo delle qualifiche (Laurea Magistrale, Diploma Accademico di II livello, Master universitario di I livello, Diploma Accademico di specializzazione I, Diploma di perfezionamento o master I), mentre il master di II livello corrisponde al livello 8 (Dottorato di ricerca, Diploma accademico di formazione alla ricerca, Diploma di specializzazione, Master universitario di II livello, Diploma Accademico di specializzazione II, Diploma di perfezionamento o master II).

Riteniamo, inoltre, ingiusto che, poco prima dell’apertura della graduatoria, si siano cambiate le carte in regola anche in merito alle CERTIFICAZIONI INFORMATICHE.

La maggior parte di noi aveva già i 2 punti necessari. Adesso, per l’ennesima volta, saremo costretti a pagare un’ulteriore tassa, a frequentare altre lezioni e a sostenere altri esami.

Alle CERTIFICAZIONI LINGUISTICHE viene, inoltre, dato più valore di una seconda laurea. Forse si dovrebbe dare maggiore valore a quest’ultima?

Vengono attribuiti 12 pt agli ASSEGNISTI DI RICERCA. Ciò comporta che tanti che finora non hanno lavorato nel mondo della scuola si troveranno in graduatoria con punteggi superiori a coloro che per anni sono stati al servizio della scuola. Si stabilisca, quanto meno, un tetto massimo.

Ulteriormente scandaloso è il fatto che non verranno valutati da una commissione competente i TITOLI ARTISTICI per gli insegnanti di strumento. Ciò vuole dire che se si presentasse Riccardo Muti per insegnare nelle scuole, potrebbe essere superato dal tizio che ha racimolato certificazioni di vario genere ma che non ha mai suonato in vita sua.

È giusto che ci sia una commissione competente che valuti i titoli. Inutile segnalare che chi ha raggiunto il tetto massimo dei 66 pt, dovrà riproporre tutto da capo, senza considerare che prima erano sufficienti 22 primi premi (indicativi già di una bella carriera) per arrivare al massimo, ora ne serviranno circa il doppio. Chiunque si trovi con punti in meno rispetto al precedente triennio non accetterà tale trattamento.

I punti su cui discutere sarebbero ancora tanti, ma ci fermiamo qui, confidando nel fatto che saremo ascoltati, dato il nostro importante ruolo nella scuola.

La nostra richiesta è che le tabelle di valutazione restino invariate, o al massimo migliorate. Non è giusto che ognuno di noi si trovi privato del punteggio che ha racimolato nel corso di anni con sacrificio vedendo la propria posizione in graduatoria completamente stravolta.

Sarebbe l’ennesimo schiaffo morale verso i precari ma anche verso quei giovani che, in attesa della riapertura delle graduatorie, in questi tre anni hanno lavorato sodo per la loro formazione.

 

Lettera Firmata

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