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Non chiamateli più “esodati”: un successo l’iniziativa della Tecnica della Scuola

Ha avuto un successo davvero inaspettato l’iniziativa della Tecnica della Scuola di chiedere ai propri lettori quale termine esprimesse più correttamente di “esodati” lo stop al pensionamento imposto dalla riforma Fornero ai circa 3.500 lavoratori della scuola.
A caratterizzare le proposte è stata sicuramente l’inventiva. Abbinata ad un senso di ingiustizia che attanaglia ormai da oltre un anno docenti e Ata ultrasessantenni con almeno 35 anni di contributi alle spalle. Alcuni di loro ci hanno segnalato anche che è riduttivo inglobarli nella cosiddetta “Quota 96”. Secondo F.S. “è improprio chiamarci semplicemente Quota96. Siamo tutti in posizioni sia di servizio che anagraficamente differenziate. La mia posizione al 31/08/2013 è AA 41 MM 2 GG 1 di servizio e AA 61 MM 7 GG 18 di età anagrafica per un totale quota 102AA 9MM 19GG”.
Anche L.D. ci rivela che le modifiche ai requisiti per lasciare il lavoro l’hanno costretta malgrado “la sottoscritta quest’anno raggiunga addirittura quota 101”. Poi invia un appello “ai nostri parlamentari, che si stanno occupando della questione: deve essere risolta in tempi tali da poter permettere ai quota 96 di poter accedere al pensionamento il 1° settembre del 2013!!! I rimpallamenti da una settimana all’altra altro non fanno che prolungare i tempi e vanificare qualsiasi decisione in quanto, ancorchè fosse positiva per noi, non potrebbe più essere applicata in tempi utili. Se saremo costretti a riprendere servizio il 1° settembre, tutto sarà stato vano perchè il nostro sacrosanto diritto sarà stato cancellato”.
N.B. è un’insegnante “di scuola primaria, entrata in ruolo nel lontano 1974 e nata nell’agosto del 1952 e quindi rimasta ‘fregata’ dalla legge Fornero”. Un Ministro che ci ha “presi in giro” facendo “finta di piangere dal dispiacere per dover fare leggi che avrebbero messo in difficoltà migliaia di insegnanti che credevano nella scuola a cui avevano dedicato la maggior parte della vita cercando di dare il meglio a migliaia di ragazzi”. E ancora: “noi sessantaduenni dobbiamo rimanere in cattedra perche’ non si e’ voluto capire che nella scuola i diritti per il pensionamento si maturano alla fine dell’anno scolastico e non alla fine dell’anno solare. Ma la Fornero non era un ministro intelligente? Ci chiediamo tutti come abbia potuto/voluto sbagliare”.
Da Cuneo S.C. sostiene che “i primi a non voler risolvere i problema ‘quota 96’ sono i SINDACATI!! E quando, semmai si risolvesse, sarà risolto nell’ ormai prossimo 2014 per coloro che avranno raggiunto 42 anni di servizio e 7 mesi e 62 anni di età. Senza le parole e gli inutili interventi della politica istituzionale e dell’ azione sindacale”.
La delusione è tanta. Forse ancora più della stanchezza. E si coglie bene in alcuni dei termini indicati dai diretti interessati: da “sequestrati” a “inchiodati”, passando per “intrappolati”, “esasperati 96”, “ingabbiati”, “incollati” e “cancellati”.  Qualcuno ha forse esagerato, proponendo “sodomizzati” o “incaprettati”. I più simpatici? Quelli che hanno pensato a “infornerati” e a “esudati 96” (per lo spreco di energie e di sudore sui pc alla ricerca di notizie…).
Continuate a scriverci a info@tecnicadellascuola.it 
Saremmo ben lieti di ospitare le vostre indicazioni. E di riportare alle istituzioni, in particolare al Miur ai parlamentari che stanno seguendo i ddl di modifica sulla materia, la necessità di porre immediato rimedio ad un errore così macroscopico.
Alessandro Giuliani

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Alessandro Giuliani

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