
Non perde le staffe per uno sgarbo subito ed è capace di mantenere il controllo dei suoi nervi, non è spiazzato o turbato da eventuali cambiamenti nella sua routine quotidiana, riesce a tessere relazioni serene con gli altri. Cosa possiamo dire di un ragazzo o di una ragazza in possesso di queste qualità? La risposta è semplice: le sue “non-cognitive skills” sono ben strutturate.
Di abilità non cognitive o, se volete, di competenze trasversali ha parlato la ricercatrice del Nucleo territoriale Nord di INDIRE, Alessia Rosa, al liceo Malpighi di Bologna, nel corso del convegno che ha dato il via all’edizione 2025 del Festival dell’innovazione scolastica che si terrà a Valdobbiadene dopo le vacanze estive. In tale occasione, l’esperta dell’ Istituto nazionale per la documentazione, l’innovazione e la ricerca educativa ha definito le coordinate di queste importanti competenze.
Come scrive la stessa dottoressa Rosa sul sito “direfareinsegnare”, le abilità cognitive implicano uno sforzo intellettivo consapevole nell’atto, un pensare, ragionare o ricordare; quando, al contrario, si parla di non-cognitive skills o competenze trasversali, questo sforzo riflessivo viene meno nell’immediato. Tuttavia, abilità cognitive e non cognitive non sono in opposizione ma queste ultime caratterizzano dei tratti relativamente stabili della personalità: parliamo – continua Rosa – di autopercezione di sé, motivazione, perseveranza, self control, strategie metacognitive e competenze socio relazionali. Ma anche la resilienza, la capacità di lavorare in gruppo, la creatività sono elementi importanti nella nostra vita quotidiana.
Insegnare, allora, non significherà solo trasmettere contenuti, ma supportare gli studenti a strutturare un personale “saper essere”. Come? Attraverso attività pensate per questo scopo, oppure attraverso una didattica disciplinare quotidiana rimodulata per sostenere tali competenze, che hanno ripercussioni sul benessere e sulle prestazioni scolastiche prima e lavorative in seguito.
Queste skills – conclude la ricercatrice INDIRE – diventano così la chiave che fa la differenza fra lo stare a scuola come allievo attivo, “con la mente e il cuore”, e l’essere unicamente uno studente che acquisisce informazioni. Attraverso le non-cognitive skills la conoscenza viene fatta propria: al Festival dell’Innovazione Scolastica di Valdobbiadene la richiesta e la sfida è proprio quella di essere degli “artigiani del sapere”, cioè di ricostruire il sapere coinvolgendo cuore e intelletto, stando attenti ai particolari e non solo per una produzione di quantità.
Al Festival nazionale dell’innovazione scolastica, come si legge nell’articolo 5 del suo regolamento, possono partecipare scuole di ogni ordine e grado, dagli asili nido fino agli ITS, siano essi Istituti statali, Scuole paritarie e Scuole di Formazione Professionale purché accreditate dagli organi competenti a livello nazionale e regionale. Per le candidature c’è tempo fino al 26 maggio prossimo.