Il piano di assunzioni inserito nel decreto scuola del 9 settembre non convince molto e non convince tutti.
Intanto c’è da dire che, per dare il proprio consenso al provvedimento, i Ministeri economici hanno posto una condizione: il piano non deve prevedere costi aggiuntivi.
Ecco perché si parla di un piano da concordare con le organizzazioni sindacali: in pratica si riaprirà lo scenario di due anni fa: sì alle assunzioni, ma con una revisione del contratto nazionale in modo da allungare il numero di anni del primo gradone stipendiale.
Senza contare che, come sempre, le assunzioni dovranno essere autorizzate di anno in anno dal Ministero dell’Economia che dovrà garantire l’invarianza dei saldi di bilancio.
Dal punto di vista numerico il piano non rappresenta nulla di straordinario in quanto, a conti fatti, si limita a garantire appena la copertura del turn-over.
Le 69mila assunzioni di docenti previste per il triennio 2014/2016 comprendono anche 26mila insegnanti di sostegno.
Quindi, in pratica, si tratta di 43mila posti in 3 anni
Negli ultimi anni le immissioni hanno seguito questo trend: 10mila nel 2010, poco più di 30mila (di cui 10mila retrodatate al 2010) nel 2011, 21mila nel 2012 e 11.300 circa quest’anno.
Si parla poi di “sblocco” delle assunzioni Ata a partire dal prossimo gennaio (per capire meglio cosa significhi questa formula bisognerà però attendere il testo ufficiale del decreto), mentre c’è un po’ di incertezza sulla ben nota questione dei docenti inidonei: il comunicato del Governo dice che viene cancellata la norma attualmente in vigore ma non è del tutto chiaro in che modo e soprattutto da quando.
In pratica non si capisce bene quale possa essere il destino immediato dei docenti inidonei in servizio in questo momento.
Anche in questo caso è bene aspettare il testo e, soprattutto, la relazione tecnica che ad esso dovrà essere allegata. Nel giro di qualche giorno se ne dovrebbe capire qualcosa di più.