Categorie: Personale

Non dare il bonus da 500 euro al personale ATA è discriminante?

Niente formazione per i DSGA e personale amministrativo e tecnico con la card annuale di 500 euro, prevista invece, attraverso la legge 107/2015 (art. 1, comma 121), per il personale docente a tempo indeterminato.

Così, se a stabilirlo era stato, nel 2015, il legislatore, a ribadirlo è stato il Consiglio di Stato, con sentenza n. 4107, pubblicata il 18 giugno 2019.

Una decisione, però, che è stata ritenuta da tanti discriminante per il personale del mondo della scuola e che ha fatto ancor di più discutere, altresì, per l’esclusione degli educatori che, come è noto, in base all’ultimo rinnovo contrattuale, sono considerati docenti a tutti gli effetti.

Ricordiamo che la contestata legge n. 107/2015 (legge sulla Buona scuola) stabilisce che “al fine di sostenere la formazione continua dei docenti e di valorizzarne le competenze professionali, è istituita, nel rispetto del limite di spesa di cui al comma 123, la Carta elettronica per l’aggiornamento e la formazione del docente di ruolo delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado”. In questo contesto il personale Ata non ha diritto al bonus 500 euro per la formazione.

In ultima analisi se consideriamo il caso in cui il bonus venisse inglobato nella busta paga andando a diventare elemento fisso per l’incremento salariale, il personale Ata ne sarebbe certamente investito.

Infatti, se il bonus 500 euro, come già scritto, attualmente destinato ai soli insegnanti di ruolo, dovesse essere in qualche modo inserito in busta paga, il calcolo finale dovrebbe essere suddiviso anche per chi attualmente non percepisce tali bonus.

Vale a dire il personale Ata e altre figure professionali.

Una soluzione di mezzo potrebbe essere quella di allargare l’erogazione del bonus da 500 euro ai soli tecnici di laboratorio che giornalmente si occupano di manutenzione di computer o sistemi automatizzati meccanici e elettronici.

Aldo Domenico Ficara

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