Sulla questione del progetto sperimentale in materia di valutazione dei docenti sta andando tutto come previsto: sia a Napoli che a Torino (sulla situazione in questa città rimandiamo anche ad un precedente articolo pubblicato in questo sito) è difficile trovare qualche decina di scuole interessata a partecipare.
Anzi, stando alle ultime notizie diffuse dai Cobas torinesi, nel capoluogo piemontese neppure una scuola si è dichiarata disponibile ad attivare la sperimentazione (e finora sono almeno una cinquantina le istituzioni scolastiche della città ad essersi pronunciate).
Le motivazioni sono più o meno sempre le stesse e fanno riferimento ai tagli di organico e di risorse in genere.
Ma c’è anche chi, più concretamente, lamenta il poco tempo a disposizione per prendere una decisione ponderata.
In effetti i tempi assegnati dal Ministero sono davvero ridotti: in pratica entro il 20 dicembre le scuole dovrebbero comunicare la propria adesione, ma questo per i docenti è periodo già piuttosto intenso e carico di impegni di vario genere.
Inoltre decidere in pochi giorni di aderire ad un progetto di cui non sono neppure molto chiari obiettivi e limiti non è certamente facile.
Forse il Ministero avrebbe potuto preparare il terreno con maggiore anticipo e fare leva sulla stessa capacità progettuale delle scuole e dei collegi dei docenti che, invece, si sentono un po’ “usati” per una iniziativa che in molti (a torto o a ragione giudicano puramente propagandistica).
Nella giornata del 15 dicembre l’Usp di Torino ha anche emanato una circolare con la quale, in un certo senso, si ammette che il progetto fatica parecchio ad essere accettato dalle scuole e a decollare.
La circolare, infatti, allarga l’adesione al progetto anche alle scuole della provincia.
Immediata (e durissima) la presa di posizione dei Cobas che parlano senza mezzi termini di “vergogna” e di “indecenza”.
Il sindacato di base, anzi, rilancia la sfida e annuncia: “Invitiamo tutti i collegi docenti a non aderire alla sperimentazione, a rispedire al mittente questo ennesimo vergognoso tentativo di dividere gli insegnanti tra bravi e fannulloni battiamoci per riavere i nostri soldi, il nostro contratto e tutti i nostri diritti”.
I Cobas si dicono poi “sicuri che anche le scuole della provincia di Torino rispediranno al mittente la sperimentazione a meno che il mittente non trovi un altro metodo illegale per trovare finalmente le 15 scuole”.
A favore del movimento “anti-sperimentazione” che si sta formando a Torino e a Napoli giocano anche i tempi: è difficile che entro pochissimi giorni i dirigenti scolastici riescano a “convincere” i collegi dei docenti della bontà di una iniziativa che, almeno per ora, non ha trovato molti consensi neppure fra gli esperti di valutazione.