Non è mai troppo presto: baby-scrittore a nove anni
Si chiama Manuel Alguacil, ha nove anni, è spagnolo, di Aranjuez, a sud di Madrid, ed è il più giovane scrittore al mondo di un’opera di successo. Il record si deve al libro “Thok, il drago inutile”. Che al suo primo giorno di uscita nelle librerie ha venduto già 1.000 copie. In realtà è un mini-libro, solo 38 pagine, ispirate al libro di Tolkien e alla saga del maghetto Harry Potter di J.K. Rowling; ma così denso di contenuti che ha già fatto di Manuel una star della letteratura spagnola. Attraverso un linguaggio facilmente fruibile il romanzo narra la storia di un piccolo drago che vedendosi brutto in uno specchio decide di nascondersi finché la madre non gli spiega che sta solo crescendo.
Il baby-scrittore è un bambino normalissimo, in lui non sembrano prevalere particolari doti. La famiglia spiega che gli piace leggere, ma anche guardare la tv e giocare a calcio. E alla domanda “cosa farai da grande”, Manuel risponde, come tanti suoi coetanei, astronauta o archeologo. Solo se non ci riuscirà, farà lo scrittore.
L’interesse del giovane per la scrittura nasce tra anni fa, quando in appena due settimane legge e si innamora de “Il signore degli anelli”: è la fortunata opera di J.R.R. Tolkien a trasmettergli il “virus” della scrittura. Ma anche la sua fortuna perché di lì a poco il piccolo Manuale scrive la sua prima storia a sei anni come regalo per i nonni.
Ora, al secondo romanzo, arriva il successo, in cui ha evidentemente creduto la casa editrice spagnola Neverland Ediciones che gli ha pubblicato “Thok, il drago inutile”.
Ma per gli studiosi di pedagogia questa storia da record può contenere più di un effetto negativo. Il primo è descritto da “The Times”: noto quotidiano ha infatti già annunciato, tra la cronaca ed il commento, che il piccolo Manuel nei prossimi giorni dovrà assentarsi dalla sua scuola elementare per recarsi alla fiera dell’editoria di Madrid, dove la sua casa editrice lo ha invitato per autografare le copie del suo libro insieme a tanti autori celebri spagnoli. Chissà se, tra una firma e l’altra, chiederà una palla per tirare due calci o una tv per vedere i suoi cartoni animati preferiti.