Categorie: Politica scolastica

“Non è possibile lavorare a scuola fino a 67 anni e lasciare i giovani disoccupati”

“Non è possibile stare su una impalcature, su una gru ma anche in altri ambiti lavorativi come gli ospedali o le scuole fino a 66 – 67 anni”.

A dirlo, nel suo intervento conclusivo a Torino all’iniziativa dei sindacati per chiedere modifiche alla Legge Monti-Fornero, è stata Annamaria Furlan, segretario generale della Cisl.

“Il Governo deve riaprire subito il confronto sulla riforma delle pensioni che è la peggiore d’Europa. E’ un dovere morale. Noi siamo pronti a discutere ma vogliamo una proposta chiara dal Governo che deve assumersi le sue responsabilità. Basta con le ipotesi fumose e le promesse”, ha dichiarato la sindacalista.

Secondo Furlan, “bisogna distinguere tra lavori. Ma occorre cambiare anche il sistema di calcolo per fare avere una pensione dignitosa ai giovani. Il nostro modello sindacale è quello della solidarietà tra le generazioni, non la rottamazione o la frattura tra giovani ed anziani”.

“Da tanti mesi – ha proseguito la leader della Cisl – leggiamo ed ascoltiamo le ipotesi più disparate su come cambiare le pensioni. Ognuno ha la sua ricetta: editorialisti, ministri, il presidente dell’Inps. Persino l’ex ministro Fornero critica la legge Fornero. Ma noi aspettiamo una parola chiara dal Governo. E per questo oggi offriamo una piattaforma sulla previdenza in modo che il Governo rifletta e svolgere il suo ruolo”.

 

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Perché, “con l’età che avanza è più complicato fare innovazione per le imprese ed è più complicato per migliaia di giovani accedere al mondo del lavoro. Cambiare questa legge deve essere tra le priorità del paese per ritrovare la necessaria coesione sociale tra giovani ed anziani”.

Per la leader della Cisl “bisogna ripristinare la flessibilità in uscita con quote dignitose. Non si può dire che mancano le risorse in un paese in cui ogni anno abbiamo 150 miliardi evasione fiscale e contributiva, oltre che il primato europeo della corruzione. Occorre rimettere al centro la dignità del lavoro, creando un modello sociale ed economico diverso, tenendo conto della fatica del lavoro”.

Questa è la posizione della Cisl, quindi. Che poi è la stessa di tutti i sindacati. I quali, in caso di immobilismo del Governo, minacciano la mobilitazione.

Francamente, viene da chiedersi perché vi sia tanta determinazione a quattro anni dell’approvazione dell’ultima contestatissima riforma pensionistica. Forse perché anche il Governo Renzi continua a rimandare i promessi ritocchi alla Fornero all’anno che verrà?

 

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Alessandro Giuliani

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