Una brutta vicenda quella che si sta verificando, come raccontano le agenzie, nella scuola elementare Cordenons di Santa Maria di Sala. Qui i genitori non stanno mandando più a scuola i figli perché la maestra, oltre a non sapere l’italiano, nel senso proprio di una presunta sconoscenza delle regole basilari perfino dell’ortografia, è stata sospesa perché avrebbe lasciato fuori dalla scuola un bambino senza vigilanza. Sostituita da una collega, terminato il periodo di sospensione si è presentata a scuola, ma le mamma non vogliono più saperne di lei, attuando lo sciopero della frequenza e tenendo i figli a casa. Lo avevano fatto già per una settimana di fila. La conclusione della vicenda non è lontana: l’ispezione della Direzione Scolastica Regionale sulla sua capacità professionale non è stata positiva. E l’epilogo potrebbe essere la dispensa dall’insegnamento, perifrasi che vuol dire licenziamento: finora l’unico caso in Italia è stato all’Einaudi di Montebelluna, lo scorso anno.
«Per errore, per lassismo, per menefreghismo le istituzioni hanno lasciato trascorrere questo lasso temporale permettendo all’insegnante di tornare a scuola. E quindi i bambini a scuola non ce li portiamo », sbotta una delle mamme che fa da portavoce al coordinamento dei 36 genitori delle due prime.
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«La docente non è tornata al lavoro, forse lo farà oggi ma in ogni caso non c’è motivo di irrigidirsi da parte delle famiglie – getta acqua sul fuoco la dirigente scolastica – La preoccupazione è ingiustificata e infatti oggi quattro bambini sono entrati e hanno fatto lezione con la loro insegnante del potenziamento. In ogni caso, qualora la maestra titolare della cattedra tornasse al lavoro, non ci sarebbe da allarmarsi: dopo che è stata via cinque mesi, non potrebbe tornare in cattedra e riprendere in mano la classe da un momento all’altro ».
La maestra di Veternigo ha difficoltà a insegnare e la macchina burocratica del ministero dell’istruzione nel gestire la sua carriera da precaria a titolare di cattedra avrebbe mostrato le sue falle. Perché la docente già in passato era stata protagonista di un’ispezione per gli stessi motivi e all’epoca era precaria in un plesso di Santa Maria. La relazione non fu positiva ma il suo curriculum non reca traccia di quell’inciampo e così la passata primavera, poco prima dell’infornata di assunzioni della Buona Scuola, era passata di ruolo.