Ha attraversato tutta l’Italia – diventando virale e con una miriade di like, ma anche diversi commenti contrari – la sfida del giovane Simone, romano 15enne di Torre Maura, lanciata ai manifestanti del movimento di estrema destra Casapound, che da giorni scendono in piazza contro l’arrivo di alcune decine di nomadi nel centro d’accoglienza del quartiere capitolino situato a due passi dal raccordo anulare.
Dopo essersi avvicinato con educazione e dicendo di non essere legato ad alcuna fazione politica, il ragazzo ha accusato i manifestanti – ma soprattutto Mauro Antonini, dirigente di Casapound – di cavalcare “la rabbia della gente” solo “per racimolare i voti”. Il tutto, espresso col linguaggio dialettale della periferia, senza però mai un urlo, sempre con compostezza.
“‘Sta cosa de anda’ sempre contro le minoranze – ha detto Simone – a me nun me sta bene. Nessuno deve essere lasciato indietro, né italiani né rom”. E non si può approfittare del fatto che la gente a Torre Maura è esasperata perché “c’è na situazione de degrado”.
Fonte AlaNEWS
Quelle parole hanno ottenuto più consensi che dissensi: tra i primi a plaudire a Simone, è stata la sindaca di Roma, Virginia Raggi. “Ecco i veri cittadini di Torre Maura, grazie Simone – ha scritto la prima cittadina condividendo il video -. I giovani sono il nostro futuro. A Roma non c’è spazio per gli estremismi di Casapound e Forza Nuova”.
Il presidente della Camera Roberto Fico ha apprezzato le parole della sindaca Virginia Raggi e elogiato il quindicenne, che ha “difeso lo spirito della Costituzione”.
Ancora più diretta è stata l’ex presidente della Camera, Laura Boldrini, secondo la quale “Simone ha dato una lezione ai fascisti”.
Le parole di Simone sono diventate il simbolo della mobilitazione “contro la barbarie” organizzata per il giorno 6 aprile, sempre a Torre Maura: “Non me sta bene che no”, è il claim del raduno promosso da Cgil, Libera, Anpi e varie realtà di sinistra: con loro ci sarà anche il gruppo M5S di Roma, oltre che Pd e Leu.
“Scendiamo in piazza contro il razzismo, le discriminazioni e il degrado, per il lavoro, la legalità e lo sviluppo”, hanno detto gli organizzatori del sit-in, che si terrà in concomitanza con quello di CasaPound.
A Torre Maura “manca il lavoro, i servizi, gli spazi di socialità, le scuole sono fatiscenti, il degrado aumenta in modo inarrestabile ma per qualcuno il problema sono i rom – dicono le associazioni -. Bisogna dare risposte ai cittadini, affrontare i problemi delle periferie e smettere di fare propaganda sulle paure e sulla sofferenza degli ultimi”.
A parlare di Simone, c’era anche Francesca, ex insegnante del ragazzo. “Il quartiere non è quello che si è visto in questi giorni – ha detto Francesca all’Ansa -. Ci dispiace tantissimo. Simone, il ragazzo diventato famoso per il video, è stato anche nostro alunno. In questo quartiere si è sempre praticata l’accoglienza e la solidarietà in qualsiasi contesto socio-culturale, dalle scuole alle parrocchie”.
Di tutt’altro tenore è stato il commento della scrittrice Elena Stancanelli che con un tweet ha stroncato l’intervento di Simone: “Per carità, il pischello di Torre Maura, che gli vuoi dire, coraggioso… ma che uno a quell’età non sappia parlare in italiano non vi fa impressione?”.
Secondo Gianluca Costante, insegnante in una scuola della zona frequentata in passato anche dal giovane contestatore, “Simone ha detto cose intelligenti e soprattutto coraggiose, esponendosi in una situazione difficile. La competenza linguistica consiste anche nel saper adottare registri differenti asseconda delle circostanze. Il ragazzo si è espresso correttamente: si rivolgeva a Casapound e non certo ad un gruppo di illustri accademici”.
“Chi si atteggia ad intellettuale, e nella fattispecie ad intellettuale di sinistra, fino ad ora non si è presentato a Torre Maura. Gli insegnanti di Torre Maura che si sono esposti in questa vicenda – ha continuato Gianluca riferendosi alla sua collega, Francesca – non ce l’hanno assolutamente con gli abitanti esasperati del territorio, che non erano stati né avvertiti, né coinvolti in questa scelta, ma con la sinistra che si è trasferita dentro i salotti lasciando il campo all’estrema destra nelle periferie disagiate. Facciamo un po’ di autocritica. Un appello ai miei colleghi: torniamo a insegnare il valore dell’antifascismo nelle scuole. È un nostro dovere etico, siamo educatori”.
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