Quello che sta accadendo nelle scuole italiane è un segnale inquietante e pericoloso. L’ultimo caso è accaduto in una scuola della provincia di Piacenza, dove un’insegnante è stata picchiata da uno studente di prima media.
Sempre più insegnanti vengono picchiati, ingiuriati, minacciati ed è la conseguenza della totale cancellazione del rispetto dei ruoli e della figura del docente.
Si promulgano leggi e decreti per stabilire il grado di punizione e sanzioni da infliggere al personale della scuola “reo” a prescindere di cattiva condotta didattica-educativa- formativa-comportamentale (ormai il messaggio che passa è questo: “i docenti non sono in grado di gestire una classe, non hanno un metodo valido di insegnamento, sono isterici, non preparati, arrivano sempre in ritardo e fanno in modo di stare sempre in malattia”).
Vogliamo parlare del rapporto tra dirigenti e insegnanti o tra dirigenti e personale non docente?
Raramente ho assistito a situazioni dove l’insegnante nel ruolo di pubblico ufficiale, è stato difeso dal suo dirigente dagli attacchi di genitori isterici e violenti e dagli studenti maleducati e arroganti.
Non mi avete fatto niente…
Dobbiamo riprenderci il ruolo che ci compete, l’autorevolezza all’insegnante la deve riconoscere prima di tutto lo Stato, il Parlamento, il Miur, affermando pubblicamente che il docente è un modello educativo da seguire e che la scuola italiana è un luogo dove si educano gli studenti alla multiculturalità, alla socialità, al rispetto e all’aiuto dei compagni disabili. Un luogo dove gli alunni acquisiscono conoscenze graduali, competenze e sapere critico e il rispetto “positivo” verso gli insegnanti.
Soluzioni ce ne sono per ridisegnare la rotta. Bisogna invitare i partiti e i movimenti a presentare, non appena verrà eletto il nuovo Parlamento, proposte di legge o di DPR per l’abrogazione dello Statuto delle studentesse e degli studenti che prevedono un procedimento disciplinare a carico degli alunni con tre gradi di giudizio.
Maggiore disciplina e velocità di definizione di una sospensione. Le regole devono essere rispettate da tutti e i dirigenti scolastici non devono avere paura di prendere decisioni nette. La scuola è una cosa seria! Non siete d’accordo?
E’ un nostro diritto e un nostro dovere avere “memoria”. Chi ha memoria e ha studiato deve ricordare ai politici che già La Carta del Carnaro, la Costituzione dannunziana di Fiume del 1920, prevedeva una corporazione (la sesta) “il fiore intellettuale del popolo: la gioventù studiosa e i suoi maestri: gli insegnanti delle scuole pubbliche e gli studenti degli istituti superiori; gli scultori, i pittori, i decoratori, gli architetti, i musici, tutti quelli che esercitano le arti belle, le arti sceniche, le arti ornative”.
Pensate che i giovani di Fiume dovevano andare a scuola (dell’obbligo) fino al compimento del 18esimo anno d’età per acquisire la conoscenza necessaria per essere un uomo pensante!
Sento parlare nel 2018 invece di progresso, di importanti cambiamenti socio culturali… di successi, di diritti acquisiti.
Non mi avete fatto niente…
Ahimè io vedo invece soltanto una grande e progressiva regressione culturale e un’azione reazionaria costante con l’obiettivo di ridurre la cultura e l’istruzione, il diritto costituzionale è compresso in un reality show (grande fratello, l’isola dei famosi, ecc), dove quello che dice una ballerina diventa un trattato di sociologia mentre quello che spiega un insegnante viene messo in discussione dalla stessa ballerina…
I livelli del raggiungimento degli obiettivi didattici di ogni scuola sono sempre più minimi, la cancellazione di ore di lezione e l’aumento vertiginoso di classi assegnate ai docenti sono il fine… il fine di allontanare la cultura e l’istruzione da un Paese che da solo ha il 50% del patrimonio culturale, storico e artistico dell’intero pianeta.
Gli insegnanti sono sempre più spogliati dei propri diritti perché sono il pericolo per una società gestita “a cazzo” e “in modo random” da politici incompetenti che non hanno voglia di offrire benessere al popolo e ai propri giovani ma devono garantire i privilegi a se stessi e agli amici degli amici, “baciando spesso le mani”.
Gli studenti sono delle risorse e devono essere tutelati da questa “anomalia” sociale, insegnando loro il vero senso della vita, l’istruzione e la cultura. Basta cancellare le risorse, basta con l‘indice puntato verso gli insegnanti.
Basta con le pacche sulle spalle. Il merito passa anche da questo elemento.
Non mi avete fatto niente…
L’efficacia delle azioni di un soggetto giuridico costituzionale come la scuola pubblica statale deve essere garantita anche da un altro elemento importante: gli scrutini finali devono essere sottratti alla competenza dei Tar e del tribunale civile.
L’autorevolezza è una cosa seria e manca agli insegnanti da almeno 40 anni domandatevi perchè…
E’ arrivato il momento di far tornare l’autorevolezza a casa dei prof… come far tornare nelle scuole i giudizi e gli esami seri senza medie al ribasso e test Invalsi inutili da far sostenere agli studenti, non considerandoli solo un costo standard (7.500 euro un studente promosso e 21.000 euro uno studente che perde l’anno) e un peso per le “casse” dello Stato.
Vorrei che lo Stato non li considerasse dei costi ma veri investimenti, in fondo i nostri figli sono il futuro di una nazione o cari politici e burocrati nemmeno questa volta siete d’accordo?
Non mi avete fatto niente…
Paolo Latella