Anche se in tono minore, complice forse il clima semivacanziero del "ponte dell’Immacolata" , la circolare 85 con cui il Miur impartisce disposizioni in materia di valutazione degli alunni ha già provocato l’ormai consueta sollevazione di associazioni e sindacati. Ma cosa prevede in concreto la circolare ?
Intanto va detto che il provvedimento del Ministero è ampio ed articolato (con i diversi allegati si superano complessivamente le 30 pagine).
Il nocciolo dell’intera questione, però, può essere così sintetizzato: a partire da quest’anno il Ministero non fornirà più i modelli di schede personali già pronti alle scuole che dovranno provvedere in proprio.
Non solo, ma la circolare precisa che ciascuna scuola potrà decidere autonomamente come costruire la propria scheda e quali criteri di valutazione adottare.
Alessandro Ameli, coordinatore nazionale della Gilda, parla esplicitamente di "baraonda certificativa" e denuncia: "L’abbandono della uniformità certificativa a livello nazionale non è stato mai avanzato o preteso dalle scuole autonome e tantomeno dagli operatori del sistema; in questo modo si toglie ogni forma di valore oggettivo e riconoscibile alle certificazioni delle scuole; in breve i titoli rilasciati da ogni singola scuola, autonomamente elaborati, non potendo essere più comparabili fra loro, non saranno semplicemente più riconosciuti ed accettati".
E conclude: "Si sta percorrendo rapidamente la strada dell’abbandono del valore legale del titolo di studio".
Sulla stessa lunghezza d’onda si erano espressi già nei giorni scorsi i sindacati confederali. Cgil-FLC – con un comunicato del 6 dicembre – rincara la dose affermando che il Ministro "scarica sulle scuole responsabilità che non sono di loro pertinenza ed aumenta inopinatamente i carichi di lavoro e del personale docente con la predisposizione e la compilazione di una quantità enorme di documenti (scheda, portfolio, attestato, certificazione…) e del personale ATA con la duplicazione degli stessi".
Altra nota dolente riguarda la questione dei costi che le scuole dovranno sostenere per produrre in proprio la scheda personale dell’alunno: anche su questo i confederali sono concordi e protestano per l’aggravio di spesa a carico delle casse ("già semivuote", aggiunge Cgil) delle scuole stesse.
In realtà la "battaglia" della scheda è solo all’inizio; a partire dai prossimi giorni i collegi dei docenti saranno chiamati al delicato compito di predisporre un proprio modello e a quel punto i problemi si moltiplicheranno.