Se in una classe c’è uno studente disabile, non potranno esserci più di 20 alunni. Lo ha stabilito il Tar Toscana con la sentenza numero 1367 del 19 settembre 2016.
L’intervento del Tar si è avuto dopo il ricorso dei genitori di un alunno disabile contro la scuola frequentata, la prima classe di un Liceo linguistico composta da 31 alunni, tra cui 2 disabili.
Il numero eccessivo della classe del figlio, sostiene il Tar, con 31 alunni di cui 2 con disabilità grave, viola il “diritto costituzionale dell’alunno all’istruzione e all’integrazione scolastica per l’eccessivo affollamento”.
Infatti, la corte fa presente che l’art. 5 comma 2 del D.P.R. n. 81/2009 stabilisce che “Le classi iniziali delle scuole ed istituti di ogni ordine e grado, ivi comprese le sezioni di scuola dell’infanzia, che accolgono alunni con – OMISSIS – sono costituite, di norma, con non più di 20 alunni, purché’ sia esplicitata e motivata la necessità di tale consistenza numerica, in rapporto alle esigenze formative degli alunni – OMISSIS -, e purché’ il progetto articolato di integrazione definisca espressamente le strategie e le metodologie adottate dai docenti della classe, dall’insegnante di sostegno, o da altro personale operante nella scuola”.
{loadposition eb-inclusione-personaliz}
Il ricorso dei genitori è stato accolto anche perchè si tratta dell’aumento del decimo previsto dall’art. 4 comma 1 dello stesso D.P.R. n. 81/2009 che recita: “Al fine di dare stabilità alla previsione delle classi, riducendo al massimo gli scostamenti tra il numero delle classi previsto ai fini della determinazione dell’organico di diritto e quello delle classi effettivamente costituite all’inizio di ciascun anno scolastico, è consentito derogare, in misura non superiore al 10 per cento, al numero minimo e massimo di alunni per classe previsto, per ciascun tipo e grado di scuola, dal presente regolamento”.
I genitori dello studente hanno fatto ricorso anche nei confronti del Ministero dell’Istruzione e dell’Ufficio Scolastico Regionale della Toscana.
Una buona notizia anche per provare a sdradicare lentamente il fenomeno delle classi pollaio, un problema diffuso in tutte le scuole d’Italia, che rende le attività didattiche e la gestione delle classi particolarmente complicate.