Secondo Il Corriere della Sera, che dà la notizia, il partito del premier ha proposto un modello alternativo di carriera per gli insegnanti. Nella nuova bozza, che dovrà passare al vaglio di ministero e maggioranza, non ci sono più gli scatti per due terzi del corpo docente, decisi dal preside di ogni scuola sulla base dell’impegno e della bravura dell’ insegnante, al posto degli scatti di anzianità.
Ci sarebbe invece un sistema misto: resta l’anzianità, ma fa capolino il “docente esperto”, previsto da Valentina Aprea nel suo disegno di legge, al quale si accede con una specie di formazione permanente, che nelle intenzioni del documento Pd dovrà essere obbligatoria, e una sorta di concorso: non più i presidi ma commissioni provinciali esamineranno i titoli dei docenti sulla base anche di un esame o di un colloquio.
A regime, secondo il piano Pd, dovranno essere tra il 15 e il 25% gli insegnanti che possono accedere al livello di «docente esperto».
Nel documento del Pd è molto criticato il principio enunciato dalla Buona Scuola secondo cui un insegnante mediamente bravo per ricevere lo scatto di competenza dovrebbe cercarsi la scuola dove vi sono insegnanti scarsi per poter emergere visto che lo scatto di competenza sarà assegnato solo al 66% del corpo docente. Lo scatto così sarebbe semplicemente un diverso sistema di fasce stipendiali non una differenziazione delle carriere all’interno delle scuole autonome.
Sul che cosa farà il docente esperto è abbastanza noto: può aspirare alla carriera di dirigente ma dovrà “assumere incarichi e responsabilità organizzative dentro la propria scuola”.