Secondo le direttive, infatti, non bisogna scontrarsi con i ragazzi sul tema della pornografia, ma approfittare delle lezioni scolastiche per spiegare loro che quelle scene così spinte offrono un’immagine distorta del sesso. Una sorta insomma di vaccino contro le influenze o se si vuole una metodologia simile alle dosi omeopatiche per lottare la malattia con la stessa malattia. Nel dettaglio, il manuale consiglia ai docenti innanzitutto di essere realistici in merito ai tipi di immagini che oggi gli studenti cercano in rete e altrove e in base a queste impostare una base per discussioni più approfondite sulla sessualità.
Le nuove linee guida del Governo britannico raccomandano insomma ai professori di imbastire discussioni senza giudizi da parte degli adulti; occorre invece invitare gli studenti ad aprirsi e guardare quel mondo in modo asettico e con distanza. Ciò che importa è spiegare loro quali sono i pericoli verso cui potrebero essere destinati, come ad esempio la pornodipendenza.
“L’educazione sessuale deve essere un’opportunità per parlare dell’immagine del corpo anche in relazione alla pornografia, per capire come certe immagini siano assolutamente alterate e non realistiche” ha spiegato il vice primo ministro Nick Clegg al quotidiano Telegraph.
Per questo c’è “bisogno di scuole che trattino l’educazione sessuale in maniera aggiornata, soprattutto oggi che le vite dei teenager sono dominate dalla tecnologia”.
Il documento, pubblicato venerdì scorso, rappresenta il primo tentativo di aggiornamento della scuola britannica in materia di educazione sessuale dopo oltre quattordici anni. Il documento prevede precisi step già a partire dalla scuola primaria, ma anche discussioni in classe sul Sexting, la pratica, molto diffusa tra gli adolescenti, di inviare foto personali anche nudi attraverso i messaggini.
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