Accade spesso che i nostri lettori si rivolgano alla nostra redazione per conoscere il nostro punto di vista su situazioni o problemi più o meno diffusi nelle scuole.
Una questione che ultimamente ci è stata sottoposta da più parti riguarda la composizione dell’orario di servizio dei docenti.
Come si sa l’orario di lavoro è formato sostanzialmente dall’orario cattedra (variabile da 18 a 25 ore a seconda dell’ordine di scuola) e da un certo numero di ore (normalmente 80 per l’intero anno scoalastico) per impegni collegiali e altre attività “funzionali all’insegnamento”.
La questione sembra semplice, ma purtroppo gli azzeccagarbugli sono sempre all’opera per complicare tutto.
Per esempio c’è chi pensa che le ore destinate alla programmazione nella scuola primaria possano essere utilizzate anche per attività di docenza, magari per “coprire” l’assenza di un collega. E’ ovvio che questo non è consentito e rappresenta una violazione delle norme contrattuali anche se non si può escludere a priori che – in casi del tutto eccezionali – si possa ricorrere a questa modalità organizzativa (d’altronde anche il contratto nazionale prevede l’organizzazione oraria su base “plurisettimanale”).
Ci sono poi scuole che hanno messo in atto già da tempo la cosiddetta “banca delle ore”; in pratica ciascun insegnante ha la possibilità di gestire in modo flessibile l’orario di servizio: entro certo limiti la prassi è accettabile anche se potrebbe forse essere utile regolarla con il contratto di istituto.
Ma non mancano i paradossi e le situazioni del tutto illegittime; in alcune scuole, per esempio, si dà per scontato che nel mese di settembre, nei giorni che precedono l’inizio delle lezioni, i docenti debbano essere presenti a scuola 4 ore tutti i giorni. In realtà le cose stanno un po’ diversamente perchè anche il servizio del mese di settembre dovrebbe essere conteggiato fra le attività funzionali all’insegnamento. Ma ci sono scuole dove si va anche oltre e si decide che le ore non svolte nel mese di settembre debbano entrare a far parte di una sorta di “banca delle ore” alla quale attingere in corso d’anno per sostituire i colleghi assenti. E’ del tutto evidente che questa prassi è illegittima e potrebbe rappresentare anche una violazione delle norme contrattuali: l’attività “settembrina” funzionale all’avvio delle lezioni non può infatti essere “convertita” in ore di cattedra. Questo almeno stando ad una lettura testuale delle norme contrattuali e – a nostro parere – neppure il contratto di istituto può derogare da questa regola.
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