Solo che il clima tranquillo la ministra lo vorrebbe per quanto riguarda il suo lavoro e senza la spada di Damocle sulla stabilità del governo di cui lei fa parte.
“Certamente non è bello lavorare con queste minacce, perchè uno ha anche bisogno di essere qualche modo tranquillo per poter lavorare, specialmente su un tema come quello della scuola”. “Preferirei un clima più tranquillo, però mi sono abituata e ho visto che i ministri del Pdl sono sempre collaborativi e pronti a discutere, anche per la preparazione del nostro provvedimento li ho incontrati più volte. Mi sembra che ci sia voglia lavorare per il futuro”.
Aspirazione legittima quella della ministra Carrozza, ma altrettanto clima sereno lo vorrebbero pure i docenti: dai precari agli inidonei, dai perdenti posto ai forzati di “Quota 96”, dal personale Ata alle famiglie con le aule pollaio e cadenti, mentre da anni ormai si vive a scuola nella più nera e incredibile incertezza su tutti i fronti, perfino quello dei libri di testo e della digitalizzazione dei sistemi; mentre scoppiano pure delle piccole guerre tra dirigenti e Us regionali, tra scuole senza preside e altre con due, come a Catania, dove l’uscente, forzatamente messa in quiescenza, non lascia il posto alla nuova nomina in attesa di compiere 67 anni. Clima sereno?
In riferimento invece ai test di ingresso per alcune facoltà, Carrozza specificato che “hanno lo scopo di selezionare un numero di studenti congruo rispetto al numero fissato. Mi dispiace che ci siano stati alcuni disguidi ma, nella stragrande maggioranza dei casi, mi sembra che si siano svolti correttamente”.
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