“Es braust unser panzer”, ovvero “il nostro carro armato sta ruggendo”. E’ la scritta, incisa nel legno con tanto di svastica, che appare sullo stipite della porta di uno dei bagni di Montecitorio.
Il verso è tratto dal ‘Panzerlied’, uno dei più conosciuti canti della ‘Wehrmacht’, il nome delle forze armate della Germania.
Ma non finisce qui. Alla singolare trovata ha voluto replicare sullo stesso stipite un altro ignoto incisore (come l’ignoto marinaio e come il ritratto dell’Ignoto), il quale, sotto il verso in tedesco ha aggiunto un italianissimo “ma vai a c…”.
Il bagno è uno di quelli solitamente usati dai deputati e la scritta si trova su una parte della parete in legno.
I sospetti sono tutti concentrati su qualcuno che frequenta quegli ambienti in questa nuova legislatura, visto che finora quella scritta non era mai stata notata da nessuno.
L’autore non solo dovrebbe essere un appassionato conoscitore dei canti dell’esercito tedesco, ma sembra abbia avuto anche molto tempo per poter realizzare l’incisione che è piuttosto lunga.
Una volta scoppiato il caso, l’amministrazione di Montecitorio ha predisposto la rimozione dell’incisione, dopo aver fatto i dovuto rilievi.
Come si vede dunque a scrivere sulle porte o sui muri dei bagni non sono solo gli alunni, che arabescano dunque trovano spazio, ma anche i deputati, i parlamentari, gli eletti dal popolo, coloro che fanno le leggi e da cui dipende il futuro della Nazione.
Ragazzate di ragazzotti un po’ più grandi dei ragazzi delle scuole? Sicuramente, ma a dimostrazione che lasciare un segno di se stessi è attività antica e ben lo sa Orlando che diventa furioso quando legge i nomi di Angelica e Medoro scritti nei tronchi degli alberi e sulle pareti delle grotte, e non dunque dei bagni.
Certo non ci fa una bella figura il Palazzo, ma ormai ci siamo abituati, considerato che è stato percorso anche da altre ragazzate e da moltissime ignoranze e ignoranti, come è stato dimostrato spesso da inchieste giornalistiche.
In ogni caso, prima di rimproverare un alunno, intento scrivere qualcosa sopra il banco o sullo stipite della porta del bagno o sui muri, ricordarsi che a Montecitorio succede similare cose e dunque cercare di essere più accondiscendenti.
Un ragazzotto parlamentare vale quanto un ragazzotto scolaro.
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