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Non solo la benda: in Dad metodi fantasiosi anti-copioni

Quasi 1 alunno su 2, dei circa 2000 ragazzi di scuole medie e superiori intervistati da Skuola.net,  almeno una volta, durante le interrogazioni e i compiti in Dad, si è imbattuto in un insegnante che ha adottato un sistema definito fantasioso se non proprio “assurdo” per evitare suggerimenti e scopiazzate.

Dunque la benda che la prof ha fatto indossare all’alunna durante la verifica e che tanto parapiglia ha suscitato, non è un caso isolato, anzi, a giudicare dal sondaggio, i prof, per evitare capovolgimenti di giudizio, ne hanno inventati tanti di stratagemmi.

Intanto, racconta Skuola.net, l’83% degli studenti è costretto a tenere telecamera e microfono accesi durante i compiti in classe, oltre 7 alunni su 10 hanno uno o più professori che utilizzano metodi anti-copioni, anche se, analizzando la natura di questi sistemi, il tutto diventa più discutibile: in circa un terzo dei casi (29%) si tratta sempre e comunque di metodi per così dire “artigianali” mentre solo il 56% ha docenti che sfruttano esclusivamente software o applicazioni sviluppate ad hoc per evitare pericolose distrazioni. Il 15% deve invece adattarsi a uno schema misto, tra il tecnologico e l’artigianale.

In ogni caso, fa sapere Skuola.net, alcuni ragazzi hanno raccontato episodi clamorosi capitati nell’ultimo anno in Dad, che il portale ha racchiuso in alcune macro-categorie, eccole:

L’ispezione – Al suo interno sono incluse le seguenti istruzioni: inquadrare la scrivania e lo schermo del computer (con la videocamera dello smartphone) per verificare l’assenza di appunti e foglietti; distanziarsi uno o due metri dal tavolo per non poter mettere mano alla postazione; i più esigenti chiedono persino un video-tour di tutta la stanza.

Il Grande Fratello – In questi casi il docente potrebbe chiedere di: avere una seconda videocamera che inquadri sempre il piano di lavoro (per evitare trucchetti in corso d’opera); condividere lo schermo per far vedere cosa si sta visualizzando; c’è chi vuole addirittura tre telecamere (una sull’alunno, una su scrivania e telefono, una ambientale) o la registrazione integrale dell’interrogazione; oppure tenere lo sguardo sempre dritto verso la webcam del computer, con tanto di regole calcistiche (alla prima distrazione sei ammonito, alla seconda sei fuori: verifica annullata!).

Interrogazione al buio – Qui gli insegnanti cercano di risolvere il problema alla radice, inibendo direttamente la visuale allo studente, in vario modo: facendogli mettere una benda sugli occhi; obbligandolo a coprirsi il viso con le mani o semplicemente a tenere gli occhi chiusi; chiedendo di girare la sedia e di dare le spalle allo schermo, di fissare la parete laterale, di guardare il soffitto. L’istruzione più assurda? Mettere la faccia su un cuscino.

Traslochi – Qualche docente vuole sgomberare il campo da ogni dubbio e chiede, ad esempio, all’alunno: di prendere uno specchio e posizionarlo alle proprie spalle (per avere un controcampo di quello che succede nella stanza), di assicurarsi che l’ambiente sia sufficientemente illuminato – per non lasciare ‘zone d’ombra’ – o che abbia una buon segnale wi-fi, di trasferirsi in un’altra stanza della casa portando con sé solo il dispositivo.

Ginnastica – A volte, poi, la verifica si trasforma quasi nell’ora di educazione fisica, con lo studente che, a seconda delle situazioni, deve: alzarsi in piedi e restarci per tutto il tempo dell’interrogazione; mettere le mani ‘in alto’ o dietro la testa; tenere in braccio libri e quaderni chiusi; muoversi in continuazione per la stanza per non cedere alla tentazione di sguardi indiscreti. Più che una verifica un allenamento.

Pasquale Almirante

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