Home I lettori ci scrivono Non sta agli studenti cambiare la scuola

Non sta agli studenti cambiare la scuola

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Quale reazione provocherebbe la richiesta di una moltitudine di persone che, sotto il Ministero della sanità ne contestasse il servizio, per chiedere la ricostruzione dal basso del mondo della salute pubblica?

Sorvoliamo sulla soddisfazione del cliente [Customer satisfaction] per affrontare la questioni in termini generali, dal postulato: le scoperte scientifiche sono l’insostituibile nucleo portante di un’organizzazione sanitaria efficace. Da questo, solo procedendo dall’alto verso il basso e per approssimazioni successive, si realizzano le diverse strutture locali.  

Evidente la fantasiosità della scena, e anche la sua stucchevolezza. Essa, però, è perfettamente sovrapponibile a quanto è avvenuto in questi giorni nel convegno studentesco sugli Stati generali della scuola.

Due affermazioni ricorrenti ne condensano lo spirito e la direzione: “Ricostruiamo dal basso il mondo della scuola” e “Abbiamo la responsabilità storica di costruire un nuovo modello di società“. Affermazioni che giustificano l’asserzione: gli studenti si sono seduti al tavolo di gioco senza aver studiato le regole.

Un’esplorazione del sistema scolastico appare, ancora un volta, necessaria. Nella sua dinamica decisionale sono riconoscibili tre momenti, gerarchicamente strutturati.

Il primo ha natura politica: consiste nella puntuale descrizione dei traguardi formativi che, alla fine del percorso, gli studenti devono aver raggiunto.

Il secondo riguarda la scienza e la tecnica: in un primo momento sono da formulare ipotesi d’itinerari che conducono i giovani alla conquista dei traguardi formativi, poi sono da realizzare strategie, sperimentarle e capitalizzare gli eventuali errori (scostamento attese-esiti), sono infine da adattare le strategie alla specificità delle classi.

Il singolo docente, nel terzo momento, è il protagonista: deve progettare occasioni d’apprendimento per proporre una corretta immagine della disciplina insegnata e, contemporaneamente, sollecitare le qualità intellettive e operative specificate dagli organismi a lui sovra ordinati.

Questo il campo in cui gli studenti possono manifestare la loro volontà: nella scuola secondaria superiore, infatti, partecipano all’elaborazione e nell’adozione degli indirizzi politici, deliberando il piano programmatico triennale. Possono inoltre determinare i “criteri generali per la programmazione educativa” e disegnare un sistema informativo trasparente.

A questo punto sorge naturale il quesito: come mai tanta nebulosità aleggia sul mondo delle scuole?

Enrico Maranzana