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Non tutti i giovani collaborano “per un web sicuro”

In non pochi casi gli autori di atti di cyberbullismo sul web e in particolare sui social network sono i giovani. A lanciare l’allarme è stato lo scorso 26 ottobre Antonio Apruzzese, direttore della polizia postale e delle telecomunicazioni nel corso della presentazione del progetto nazionel “Per un web sicuro”, promosso dal Moige in collaborazione con la Polizia di Stato per sensibilizzare i più giovani, le famiglie e la scuola sulla sicurezza informatica. Si è ormai di fronte a un Cyberbullismo di seconda generazione” con il diffondersi dei social network tra i più giovani che seguono le evoluzione delle tecnologie nel campo della comunicazione. “Gli abusi sessuali – ha spiegato Apruzzese – rappresentano tra i rischi maggiori del web e le vittime appartengono a fasce sempre più basse d’età: tra i 10 ed i 12 anni”.
“I profili sui social network – ha sottolineato Apruzzese – sono seguiti con grande attenzione dagli adescatori che studiano i gusti ed i punti deboli degli utenti di Facebook, ad esempio, e quindi si presentano con un approccio personalizzato al loro obiettivo”. Il ‘grooming’ (adescamento ed abuso di minori in rete) vede semèpre più nella veste di adescatori anche altri minorenni, di 16-17 anni, che studiano i profili e tentano gli approcci con ragazzi piu’ piccoli. “Dobbiamo quindi cominciare a pensare ai minori non solo come vittime, ma anche come autori di questi reati”, ha detto Apruzzese.
Il direttore della polizia postale ha inoltre sottolineato l’importanza della conoscenza dei social network e di una maggiore attenzione alla privacy. Sui siti “non c’è il diritto all’oblio”. Ogni cosa, foto, video, o testo, che viene pubblicato e che riguarda la nostra vita privata può essere rintracciato anche a distanza di anni: ai cultori del web per venirne a conoscenza basta un clic.
Alessandro Giuliani

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