I lettori ci scrivono

Non è un Paese per giovani (cattolici)

Immaginiamo un giovane, immaginiamo un giovane poco più che ventenne che per scelta personale abbia deciso di fare il suo percorso di studi per arrivare ad essere docente di Religione Cattolica. Immaginiamo che dopo 5 anni di studi e 2 lauree a pieni voti all’ISSR cominci la sua gavetta con supplenze più o meno lunghe, ovunque venga inviato. Immaginiamo poi che la sua gavetta lo porti per qualche anno ad insegnare ad un cfp. Immaginiamo ora che arrivi per lui l’opportunità della vita: stabilizzare il proprio posto di lavoro, alla soglia dei 30 anni, con magari una famiglia che comincia a crescere di numero e un mutuo da pagare. L’opportunità della vita per costruire concretamente il suo futuro.
Ecco…ora immaginiamo che viva in Italia però…..
Perché non c’è professione che tenga, se sei in questo Paese, se sei giovane, il tuo futuro ha un unica prospettiva: essere smontato, destinato a non poter mai avere un’opportunità!
E infatti guardiamo al prossimo concorso per la stabilizzazione degli IdIRC:
un bando studiato per creare una preoccupante e gravissima “discriminazione anagrafica”, chiamiamola così, che potrebbe essere praticata! Infatti non potendo anagraficamente vantare 5, 10 o 20 anni di incarico (sono troppo giovane!) rischio di essere ingiustamente penalizzato!
Comprendo che chi da tempo insegna voglia che gli anni di insegnamento abbiano un peso nel bando, ma questo non può penalizzare chi ha la sola colpa di essere troppo giovane! Già viviamo in un Paese che ostacola in ogni modo l’indipendenza dei giovani…ci manca solo questa ennesima presa in giro!
Credo sia corretto, anche giuridicamente parlando, onde evitare anche in questo caso possibili ennesimi ricorsi (per esclusione o penalizzazione discriminatoria) avendo titoli e idoneità che tutti gli aventi diritto siano trattati alla pari e possano tutti giocarsi ad armi pari le proprie opportunità al prossimo concorso!
Questa sarà una voce fuori dal coro..perché una voce della minoranza di giovani..ma spero qualcuno voglia dargli eco.
Lorenzo Borsato
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