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Ex docente di 108 anni Commendatore della Repubblica: dall’educazione affettiva in classe con i fioretti alle lezioni su TikTok

Una ex docente di ben 108 anni è stata insignita del titolo di Commendatore della Repubblica Italiana, come riporta Ansa. Si tratta di nonna Giusy, al secolo Giuseppina Patriarca, che ha insegnato per 41 anni nella prestigiosa scuola primaria del convitto nazionale dell’Aquila.

Il diploma dell’alta onorificenza, firmata dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e dal capo del governo, Giorgia Meloni, le è stato consegnato ieri mattina, 18 gennaio, a Sulmona. La donna dallo scorso primo gennaio si è piazzata al vertice della classifica tra i più longevi della regione, nata a Montorio al Vomano, in provincia di Teramo, il 6 novembre 1915.

“Non ho fatto nulla di particolare”

Si tratta di un’anziana con la battuta sempre pronta e un’invidiabile tempra. “Seria, onesta e dignitosa, una maestra laica e cristiana. Ci faceva fare i fioretti del mese di maggio per capire le nostre esigenze e monitorare le problematiche, anche in famiglia”, racconta un‘ex alunna della maestra ultracentenaria, oggi avvocata.

La vecchietta continua a dispensare consigli e lezioni ai suoi “bambini” sulla piattaforma di TikTok dove si è iscritta da qualche anno con l’aiuto della “nonna sitter”. Lì recita a memoria i versi della divina commedia, rispolvera filastrocche antiche, canta e prega con i suoi followers. “Non ho fatto nulla di particolare. Ho sempre vissuto con il cuore e mai per gli interessi”, ha detto l’ex docente.

@nonna_giusy_108

♬ suono originale – Nonna Giusy 108

Non si finisce mai di imparare

L’anno scorso la storia di Umberto Gastaldi ha scaldato i cuori di tutti coloro che ne sono venuti a conoscenza. L’uomo, ex docente, 82 anni, anziano e solo, era stato “trovato” dai suoi vecchi alunni, gli studenti del liceo Gobetti di Torino della maturità ‘79/80, è arrivato al suo ultimo attoche avevano deciso di prendersi cura di lui.

Purtroppo, come riporta Il Corriere della Sera, è scomparso l’11 dicembre, a Roma, tenendo per mano proprio una sua studentessa. “Se n’è andato delicatissimamente al mattino presto, come se avesse voluto lasciare il tempo di arrivare puntuale a scuola a me che insegno, dopo la notte passata a tenergli la mano, ripercorrendo le avventure di questo ultimo anno”, riporta la donna.

A giugno scorso, secondo il volere del professore, il trasferimento in ambulanza nella sua Torino, in una casa di cura che sapeva di casa, situata proprio nelle vecchie aule che un tempo erano state le sue mura scolastiche. E poi, a luglio, ancora un trasferimento. “Al 31 luglio il professore aveva deciso che voleva stare vicino a noi. Ma soprattutto voleva rivedere Roma perché era una città in cui aveva insegnato per vent’anni, e dove era stato vice preside al liceo Cavour. Qui aveva degli allievi molto affezionati, insieme a me avevamo creato un piccolo gruppo centrale per continuare a dargli assistenza come prima a Vicenza e a Torino”, ha aggiunto.

“L’ho preso, lui è saltato sul treno, e siamo venuti qui a Roma. È andato in una casa di riposo protetta e molto raggiungibile per noi, perché aveva bisogno di cure ed era meglio che fosse riparato. Così siamo andati avanti, gli ex alunni hanno continuato a venire a trovarlo, ci siamo sempre alternati. Anche quando si è aggravato non l’abbiamo lasciato mai solo. Il suo sogno era di avere una casa e di rivedere Roma. L’abbiamo esaudito. L’ultima notte c’ero io e gli ho tenuto la mano”.

“Che tu sia una morte gentile/di questo ti ho sempre pregata”, questo è il verso che lo stesso Umberto Gastaldi aveva scritto di suo pugno nel 1978. “Il nostro adorato professore di filosofia scrisse quella poesia per noi, perché noi allievi potessimo leggerla e rileggerla con calma, per cercare di diventare abbastanza gentili da essere tutti vicini quando si fosse fatto da parte. È successo ieri. Se n’è andato”, ha concluso l’ex alunna.

Redazione

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