Gentile Dottoressa Lucia Azzolina,
nella Sua qualità di Ministro dell’Istruzione, premetto che, in ordine alla Sua ferma volontà di mantenere aperte le scuole, ho già avuto modo di sottoporre alla Sua attenzione alcune considerazioni, che ho manifestato tramite note inviate in data 5, 9, 29 e 31 ottobre 2020.
Non ho mai ricevuto un Suo riscontro.
Proprio ieri sul Suo profilo di Facebook ho letto la Sua risposta alla lettera inviataLe da “nonno Massimo” (pubblicata su varie testate giornalistiche).
Ebbene, giacché anch’io sono nonno di due bambini che frequentano rispettivamente la terza elementare e la terza media, spero di ricevere la stessa solerte attenzione.
Non ho competenze scientifiche in ambito epidemiologico, ma Le anticipo che esprimo le mie riflessioni da “uomo di scuola”: sono stato docente di Lettere per quindici anni, ho diretto per ventuno anni una scuola media a Palermo, sono stato eletto più volte Presidente del Collegio dei Presidi della provincia di Palermo.
Adesso sono un pensionato, ma la scuola è stata e rimarrà sempre “maestra di vita”: sede deputata all’istruzione, all’acquisizione di conoscenze e di Valori, alla rielaborazione critica, alla socializzazione. Che tutto questo dovesse realizzarsi in un “luogo sicuro” era scontato anche prima. Per contenere i rischi derivanti da un eventuale terremoto o incendio esisteva ed esiste ancora la figura del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione.
Ebbene se non vivessimo questa tragica fase storica, apprezzerei la Sua volontà di dare “valore” al settore da Lei amministrato, ma i Suoi interventi si sono limitati a: fornitura di banchi monoposto (mi astengo dal citare i “banchi a rotelle”), di mascherine e di gel disinfettante. Se si voleva rendere veramente le scuole “luogo sicuro” bisognava dotare ogni aula scolastica di un impianto di aerazione forzata, garantendo un vero ricambio d’aria.
I flussi di aria, porta/finestra, non fanno altro che accelerare la diffusione del virus.
Entrerò adesso maggiormente nel merito.
La S.V. ha voluto ed ottenuto la riapertura delle scuole, nonostante fonti autorevoli e indipendenti (proff. Galli, Crisanti, Cartabellotta, Spiccia, Battiston, Sestili, Ricciardi) ne profilassero il rischio, pronosticando una impennata della curva epidemiologica e un incremento delle vittime, ma è prevalsa la volontà politica ed economica sulla evidenza scientifica e sugli studi di analisi statistica.
Il fisico Roberto Battiston affermava “La riapertura delle scuole ha messo il turbo alla pandemia, stiamo correndo troppi rischi” e proseguiva “I dati dicono che è urgente passare alla didattica a distanza”. Anche adesso il Ministro della salute, Roberto Speranza, ieri nel suo intervento online all’Assemblea ANCI ha affermato “Il livello oggi del quadro di
circolazione del virus ci deve far tenere il massimo livello di attenzione”.
Ebbene non occorreva essere eminenti scienziati per comprendere che bambini, adolescenti, ragazzi avrebbero portato a casa il virus, contratto venendo a contatto con asintomatici dentro e/o fuori la scuola, mettendo a rischio la salute e la vita dei familiari.
Oggi segniamo un record di decessi: neppure una sola parola di cordoglio da parte Sua e del Governo.
Se nonno Massimo cita Fabrizio De André (“in direzione ostinata e contraria”), mi consento di fare un riferimento storico che sarebbe stato appropriato in questo tragico momento “… non possiamo restare insensibili al grido di dolore …” (Vittorio Emanuele II).
La scuola non poteva essere “luogo sicuro” e non lo è: dall’inizio della pandemia sono stati 126.622 i bambini e gli adolescenti risultati positivi al Covid-19, pari a circa il 12% del totale dei contagiati. Di questi 36.622 mila hanno tra 0 e 9 anni e molti di più circa 90.000 tra 10 e 19 anni.
Forse nonno Massimo, tutto questo non lo sa!
Gentile Ministra, Lei conosce la Costituzione Italiana, sulla quale ha prestato giuramento, e sa che l’art. 32 “… tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività …”.
Disponga con urgenza la chiusura delle scuole in tutto il territorio nazionale e il ritorno alla Didattica a Distanza per ogni ordine e grado.
Soltanto ad emergenza superata si potrà tornare in presenza in nome della tanto decantata socialità, che si auspica finalmente possibile e reale.
Gaetano Vesco
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