“Il ministro Giannini ci ha deluso. Percorreremo la strada della magistratura.”
Avevano ben sperato i precari di Lucca dall’incontro con il ministro Giannini al Caffè della versiliana di Marina di Pietrasanta di cui avevamo riferito in un precedente articolo.
Forse perchè ritenevano che essere concittadini avrebbe loro garantito maggiore ascolto. Ma sono rimasti scornati.
Il ministro ha infatti dato loro la sola risposta che poteva dare: l’unica possibilità sarà controllare i punteggi dichiarati dagli insegnanti meridionali tramite autocertificazione attraverso gli uffici scolastici provinciali. A questo scopo la Giannini ha garantito di aver dato precise disposizioni agli uffici del Miur, che contatteranno gli Usp per garantire la veridicità della posizione in Gae.
Ma nulla di più. Chiunque lavora sul territorio nazionale può spostarsi a piacimento ovunque con il proprio punteggio. E certo è che andare al Nord è un salto qualitativo notevole. Basti pensare, un esempio su tutti, che a Catania per Lettere alla scuola media non si è in posizione utile per entrare di ruolo nemmeno con 200 punti, mentre a Milano già con 30, dicasi 30 punti, si è candidati all’immissione.
A questo punto i precari di Lucca hanno una sola strada, la più impervia: quella di un esposto in Procura. Ma come si concilierà il loro sacrosanto diritto al lavoro coll’altrettanto sacrosanto diritto di altri docenti a spostarsi col proprio punteggio dove meglio credono? Sarà una lotta dura e centrata sui presunti punteggi gonfiati, e forse nulla più, se solo pensiamo alla famosa diatriba pettine e coda e alla netta vittoria degli inserimenti a pettine.
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