
È sempre più forte la ventata di “analogico” che accompagna intere generazioni anche quelle native digitali e di movimenti che invitano a trovare momenti di ritorno alle relazioni personali e all’uso anche di strumenti analogici.
Gli esperti la chiamano “nostalgia dell’analogico”, si tratta di una forte ventata di voglia di ritorno all’era prima del digitale, una forma culturale di voglia di un’epoca passata che attraversa tutte le generazioni non solo quelle chi ha vissuto l’”analogic life”.
Dalle scuole ai locali serali, si diffondono momenti di divieto dell’uso dello smartphone
In diversi Paesi nel mondo si sta diffondendo la voglia di trovare momenti della giornata senza l’utilizzo dello smartphone, da Londra ad Amsterdam, da Parigi a Barcellona stanno dilagando serate speciali in cui si paga per il lusso di riassaporare una cena basata sull’autenticità dei rapporti interpersonali rimanendo per qualche ora disconnessi dalla Rete.
Nel mondo scolastico ci sono diversi tentativi in diverse Nazioni, come ad esempio, la Danimarca di vietare l’uso degli smartphone a scuola. I device sono infatti proibiti agli studenti tra 7 e 17 anni come ha annunciato il ministro dell’Istruzione, Mattias Tesfaye, dopo la pubblicazione del rapporto della Commissione danese per il Benessere che ha evidenziato i rischi legati alla digitalizzazione della vita di bambini e giovani auspicando un migliore equilibrio tra vita digitale e analogica.
E’ proprio questo il punto saliente, tornare indietro è impossibile e possiamo dire anche inutile, vorrebbe dire cancellare inutilmente tutto ciò che di utile alla vita di tutti i giorni, nella scuola e nel lavoro ha portato la digitalizzazione della società, internet e gli strumenti digitale.
Importanza di trovare il giusto equilibrio tra analogico e digitale
Non si tratta di eliminare ciò che è diventato ormai indispensabile ma di trovare un corretto punto di equilibrio tra l’essere sempre connessi e trovare momenti di disconnessione per ritrovare quei sani rapporti di dialogo e di piacere di stare insieme.
A Londra come in altre città questo “piacere” di riassaporare momenti di “disintossicazione digitale” si pagano 10 euro in diversi locali dove per due ore riesci a rimanere senza connessione internet e puoi tornare alla magia delle relazioni umane.
Ormai è oltre che una moda è una nuova ventata culturale che sta crescendo sempre di più.
Riavvolgere il nastro di una cassetta, entrare in un negozio di dischi, aspettare di tornare a casa dalle vacanze prima di far sviluppare un rullino. Rivedere vecchie foto della gita di classe. Sembrano gesti obsoleti e per certi versi lo sono. Ma quanto ci mancano? Quando nel 2012 la Kodak, l’azienda nota per le produzioni di pellicole fotografiche, dichiarò bancarotta sembra ufficiale il passaggio definitivo dal mondo analogico a quello digitale dopo che l’azienda nel 2009 in seguito al boom delle macchine fotografiche digitali si vede costretta a smettere di produrre rullini. Eppure, dieci anni dopo tutto ciò che qualche anno prima sembrava caduto nel dimenticatoio ritorna sul mercato. Kodak riprende a vendere rullini.
Ecco quindi che spinti dalla nostalgia di chi il periodo lo ha vissuto e da chi come la Generazione Z sta riportando in vita walkman e macchine fotografiche il ritorno all’analogico diventa un atto di rivolta , una necessità di regressione a un mondo (fonte noisignalmagazine) digitale.
Il vero digital detox non è quindi solo disconnettersi ma anche riprogettare il rapporto tra uomo e macchina, trovare il corretto equilibrio, perché secondo alcuni esperti alternare strumenti digitali agli analogici migliora le capacità cognitive. Il nostro cervello(sempre secondo gli esperti) è alle prese con il multitasking continuo ed è quindi alla ricerca delle tecnologie “lente” ad esempio le tastiere meccaniche che ci costringono a digitare più lentamente ma con più precisione o sentire musica con i vinili (fonte davenastudio).
I cambiamenti culturali avvengono nel tempo, non sono mai rapidi ma una volta in movimenti sono in grado di cambiare “pezzi “del nostro vivere quotidiano.
Il vento dell’equilibrio tra digital vs analogic è forte, sta a noi nei piccoli gesti alimentarlo.
Basta ad esempio togliere i cellulari a tavola, usarli con consapevolezza e con obiettivi precisi a scuola, sedersi sul muretto della vecchia comitiva e parlare, passare una serata con gli amici mettendoli in una scatola.
Dipende anche da noi.