Un mosaico con la scritta in Latino
La notte prima degli esami di maturità, appena trascorsa, è da sempre un momento molto importante nella vita di ogni studente. I maturandi ogni anno, con la canzone di Antonello Venditti in sottofondo, la celebrano con ansia, felicità e un pizzico di nostalgia.
Un docente di lettere di un liceo classico di Milano, come riporta Il Corriere della Sera, ha avuto l’idea di tradurre il brano cult in latino dedicandolo ai suoi maturandi. Il professore ha pubblicato un video dove canta la canzone, suonando la chitarra, dal suo profilo Instagram “Loquendum”, nato a febbraio dopo aver coinvolto i suoi studenti di seconda nella traduzione di alcune canzoni di Sanremo.
L’idea è piaciuta e la pagina è cresciuta esponenzialmente. “La uso fare divulgazione sulla linguistica e sulle lingue antiche utilizzando video, canzoni e aneddoti curiosi sulla linguistica storica”, ha spiegato.
Ecco il testo della canzone in latino:
Periculis imminentibus tu a cubiculo meo immodice distas Alagherii facie simillimus est tuus pater Areostique frater Usitato loco hodie vesperi mira luna est Haud dubie quia excrucior te absente septem dies.
Nocte periculo imminente publici ministri Nonnulli haud dubie adempti sunt. Nox est mammarum patrumque alentium lacte modo natos aviarumque faciem efferentium attamen haec nox tota nostra est.
Claudia noli timere, te certe non laedam Cum amor sit amor…
“Ai ragazzi ho detto di stare tranquilli: hanno tutti gli strumenti per scrivere dei buoni elaborati, ansia permettendo. Ho notato che negli ultimi anni i ragazzi riferiscono più facilmente delle loro ansie. Non credo siano necessariamente più ansiosi di quanto eravamo noi alla loro età. Probabilmente sono più abituati, per fortuna secondo me, a parlare delle loro difficoltà, a verbalizzare l’ansia. L’ansia da maturità va gestita affrontando le prove per quello che sono: delle prove. A volte l’esame viene un po’ mitizzato, si parla di rito di passaggio. Addirittura vedo che ci sono in commercio libri o corsi che promettono di ridurre la preoccupazione con decaloghi improbabili o “consigli” che lasciano il tempo che trovano. Proporrei invece agli studenti di provare ad affrontare gli scritti e, soprattutto, l’orale, con serietà e, anche, senza rifiutarlo, con quel pizzico di preoccupazione sana che darà loro la spinta e farà parte di tutte le esperienze della vita adulta in cui dovranno dimostrare lucidità e saggezza”, questo il suo suggerimento agli studenti.
“Non solo i ragazzi, anche molti prof non dormono la notte prima degli esami: “Tanti di noi provano la loro stessa emozione quando escono le famigerate tracce. Questo mi fa venire in mente l’etimologia della parola simpatia, sympatheia, parola composta da συν + πάσχω (syn + pascho = συμπάσχω), letteralmente patire insieme, provare emozioni con. Ecco, in questo senso i docenti possono essere molto simpatici”, ha concluso.
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