“Non ho nulla da dire sulla storia del 9 in condotta. Due motivi semplici semplici: il primo è che il voto in condotta – esattamente come tutti gli altri voti – dà una valutazione di un percorso, non è il martelletto di un giudice. E qui arriva il secondo: noi cosa sappiamo di quella storia? Conosciamo quei ragazzi? Sappiamo se dopo quella storia hanno fatto un percorso, hanno dimostrato o no di aver compreso? Eravamo nel loro consiglio di classe?“.
Così il professore Enrico Galiano commenta, sul proprio profilo Facebook, la valutazione della condotta degli alunni coinvolti nel noto episodio accaduto all’Istituto Superiore Viola Marchesini di Rovigo, sul quale si è espresso anche il Ministro Valditara che, dopo la visita ispettiva, ha richiesto che venisse riconvocato il Consiglio di classe.
“Pretendere “un segnale”, una punizione, un voto basso in condotta, – continua Galiano – significa dimenticare che quel voto, come tutti gli altri, ha uno scopo educativo, non punitivo. Per dire: se uno ruba una macchina vuol dire che per tutta la vita dovrà essere bollato come ladro? Anche se poi col tempo dimostra di essere onestissimo?“
Il professore continua facendo queste considerazioni: “Se i ragazzi sono rimasti i bulli irresponsabili e violenti che sparavano pallini alla prof riprendendo la scena, allora quel 9 in condotta è assurdo e chi lo ha deciso dovrebbe rendere conto di questa decisione. Mi pare di aver capito per esempio che non risulta abbiano chiesto scusa alla prof, e questo non depone certo a loro favore. Ad ogni modo, se invece dopo quel fatto hanno avuto un percorso di crescita, ci potrebbe perfino stare quel 9 in condotta. Purtroppo non possiamo saperlo, quindi finché non si hanno certe informazioni penso sia sbagliato giudicare“.
“Mi dispiace, so che è più facile puntare il dito, ma spero di non essere il solo qui ad essere un po’ stanco di giudizi sommari” conclude Galiano.
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