In arrivo un incentivo per migliaia di docenti: il nuovo stanziamento premierà chi assicura continuità nella propria scuola e chi insegna in istituti situati in aree complesse. L’obiettivo? Valorizzare il ruolo degli insegnanti e rafforzare la qualità dell’insegnamento.
Come funziona il bonus stipendiale per i docenti?
Per finanziare questa misura, il governo ha stanziato 30 milioni di euro, una somma che sarà distribuita tra le scuole statali. Questo fondo rappresenta il 10% delle risorse complessive previste per valorizzare il lavoro degli insegnanti attraverso il CCNL. Ma non tutti ne avranno diritto. Il bonus verrà assegnato solo a chi soddisfa specifici requisiti, definiti dal decreto 258/2022, in attuazione dell’art. 45 del decreto 36/2022.
Chi può ricevere l’aumento?
I fondi verranno distribuiti secondo questi criteri:
🔹 70% delle risorse andrà ai docenti che negli ultimi cinque anni non hanno richiesto trasferimento, non hanno presentato domanda di mobilità o di assegnazione provvisoria, né accettato incarichi annuali su altre classi di concorso. Sono inclusi anche i soprannumerari trasferiti d’ufficio con mobilità condizionata.
🔹 30% delle risorse sarà destinato agli insegnanti che da almeno cinque anni lavorano in scuole situate in aree a rischio, con alti tassi di dispersione scolastica o rischio di spopolamento. In questo caso, è richiesto che il docente non abbia residenza o domicilio nella stessa provincia della scuola in cui insegna.
Quando arriveranno i pagamenti?
Se tutto procede come previsto, i fondi saranno assegnati alle scuole entro la fine di gennaio . Il bonus, invece, sarà erogato agli insegnanti tra febbraio e marzo, una volta completate le procedure di contrattazione d’istituto.
Quanto si guadagna con questo incentivo?
L’importo del bonus varierà in base ai requisiti posseduti:
• Da 868€ a 954€ per chi soddisfa uno solo dei due criteri.
• 1.822€ totali per chi rientra in entrambi i parametri.
Si tratta di un incentivo significativo, pensato per riconoscere il valore di chi sceglie di restare nella stessa scuola per più anni o di chi lavora in contesti difficili, contribuendo alla qualità dell’insegnamento.