La sacralità del Natale attraverso la poesia e la sua poesia attraverso i versi dei poeti del mondo, che lo hanno cantato. Una singolare intuizione che diventa testo nel libro di Paolo Sessa, già docente e animatore di teatro e cultura.
È arrivato in libreria, “Nta valigia di natali”, Maimone editore in Catania, una raccolta di poesie, in lingua siciliana, dove questo struggimento dell’anima, che riguarda un po’ tutta quella parte di umanità che nel messaggio evangelico si ritrova, ha una sua dimensione universale, corale; ma dove pure, già dal titolo, ci si incammina verso territori lontani e prossimi, misteriosi e famigliari, arcani e domestici.
La valigia
È infatti la “valigia” il luogo dentro cui si stipano gli abiti che più rappresentano ciascuno di noi, la nostra identità e il nostro essere in rapporto con gli altri. Ma è pure, la valigia, il simbolo della migrazione, del viandante in cerca, non solo di altri, al di fuori di sé, ma anche il sé stesso, che talvolta in patria, a casa, non si è ancora conosciuto e ri-conosciuto.
La valigia della migrazione forzata e la valigia dell’avventura, che però, in grazia del Natale, assume contorni, suoni, sapori, profumi, ricordi particolari e che questa festa, per le sue caratteristiche “unitarie”, amplifica e dilata.
Una dilatazione che il libro contempla in due parti, distinte ma uguali.
L’una raccoglie le poesie in siciliano, ma con la “traduzione” accanto, e secondo un metro di musicale armonia, scritte da Sessa nel corso degli anni; la seconda invece è una “summa” singolare delle poesie natalizie scritte dai più grandi poeti della letteratura universale, ma tradotte nel nobile idioma degli artisti siciliani, e sempre tuttavia con la parte italiana in nota.
Atto d’amore
Un omaggio dunque di Paolo Sessa e un atto d’amore, sia alla lingua siciliana, che purtroppo va lentamente scomparendo, e un grido di speranza, come lo scrittore suggerisce nella prefazione, per un modo migliore che possa accogliere finalmente tutti i messaggi che questa festività porta con sé.