“Non è vero che la dignità umana si misura con il conto in banca. La dignità umana si misura con la cultura che si possiede”. Lo ha detto Nuccio Ordine, docente di letteratura italiana presso l’Università della Calabria, che si è scagliato duramente contro chi concepisce il sistema scolastico come mero strumento per sfornare lavoratori.
Ordine ha partecipato al 2° Congresso nazionale della Federazione Uil Scuola Rua, che si è tenuto dal 21 al 23 settembre 2022 presso il Marriot Park Hotel a Roma, che ha visto la presenza di oltre 700 persone tra delegati provenienti da tutta Italia, ospiti, autorità, quadri sindacali e delegazioni estere. Il docente, all’evento, ha tenuto una lectio magistralis dal titolo “Le scuole non sono imprese”.
Presente anche il direttore della Tecnica della Scuola Alessandro Giuliani, che ha intervistato il professore. Quest’ultimo ha affermato con vigore che occorre svincolare la scuola rispetto al mondo aziendale: “Le scuole non sono aziende. Oggi si fa credere ai ragazzi che devono studiare per imparare un mestiere. Invece, il compito di un buon docente è far capire che occorre studiare per diventare migliori. Poi chi diventa migliore potrà anche guadagnare dei soldi. Ma formare giovani per il mercato non può essere la finalità”.
Ecco, secondo il docente, perché la scuola non può essere considerata alla pari di un’impresa: “Se un’impresa ha un ramo improduttivo lo taglia. Se noi applichiamo questa logica, ad esempio all’insegnamento delle lingue antiche, taglieremo il greco, il latino. Non si può pensare che sia sostenibile un professore per due studenti di greco o per cinque di latino. Se si tagliano gli insegnamenti su questa logica significa che quando moriranno gli ultimi conoscitori del greco e del latino nessuno sarà più in grado di leggerli. E sarà un danno per la democrazia, perché taglieremo il rapporto col passato”.
Ovviamente la discussione non è potuta non ricadere sui PCTO, che costituiscono una vera forma di aziendalizzazione della scuola: “L’alternanza scuola lavoro è una follia totale. Quel tipo di sistema non serve a nulla. Che dei ragazzi di liceo classico, com’è successo in Sardegna, vadano nei supermercati a mettere a posto scatolette di pomodoro, non serve a nulla. I ragazzi dovrebbero fare attività pomeridiane a scuola, come musica, teatro, cultura, in modo da imparare molto di più. Questa è la demagogia dell’idea della scuola. L’idea qual è? Che la scuola deve formare dei manager, dei futuri soldatini disponibili ad accettare passivamente tutto ciò che il mercato e la società neoliberista ci sta imponendo”.
Giuliani ha chiesto a Ordine se la scuola si stia effettivamente piegando ai voleri delle aziende: “Senza dubbio, si sta piegando ai voleri di un neoliberismo che crede che l’unica cosa importante nella vita sia guadagnare soldi. Invece la scuola deve essere, come diceva Kant, non la cassa di risonanza dei falsi luoghi comuni della società, ma un luogo dove criticare i falsi valori della società. Un luogo dove dire ai ragazzi che non è vero che la dignità umana si misura con il conto in banca. La dignità umana si misura con la cultura che si possiede”.
“Quarant’anni fa un professore di liceo di un paesino della Calabria era un’autorità enorme perché tutti avevano rispetto per la cultura. Oggi invece, per il fatto che un professore guadagna uno stipendio da morto di fame, viene considerato come uno scarto della società, come se facesse un mestiere che non vale niente. Invece è fondamentale, senza l’insegnamento non c’è futuro”, ha affermato Ordine, che ha cercato di rimarcare la differenza tra la percezione sociale degli insegnanti del passato e di oggi.
Infine il nostro direttore ha chiesto al docente di dare un messaggio ai genitori che spingono affinché i figli acquisiscano competenze utili per il mercato del lavoro: “A questi genitori dico che è meglio che i loro figli siano persone colte, che ragionano con la loro testa; poi chi ha studiato con passione e non per fare soldi saprà esercitare la propria professione con un grande tasso etico”, ha concluso duro Nuccio Ordine.
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