Il Rapporto si distingue in due parti: la prima che ha per titolo Considerazioni generali si concentra sull’analisi dei fenomeni della situazione economica italiana, sull’interpretazioni delle dinamiche sociopolitiche che hanno caratterizzato questi ultimi mesi e sull’individuazione dei reali processi di crescita della società italiana; nella seconda parte titolata La società italiana al 2006 affronta i temi di maggior interesse emersi nel corso dell’anno che si sta chiudendo e quelli della possibile ripresa, il persistere di situazioni di pericoli del sistema e la crisi delle leadership.
Nella terza e quarta parte il Rapporto affronta i temi della formazione, del lavoro, del welfare, della sanità, del territorio, delle reti, dei soggetti economici, della sicurezza, della cittadinanza, dell’innovazione, dei media e della comunicazione.
Esaminando la situazione generale italiana il 40° Rapporto Censis fa riferimento ad una ripresa, quasi un piccolo e silenzioso boom. Si sta superando il pessimismo generazionale e si va profilando una serie di ‘scintille di vitalità.
Si parla, insomma di una ripresa che ha assunto ‘consistenza crescente’ con crescita del Pil nazionale al 2%, traguardo che nel 2005 sembrava inverosimile.
Del fenomeno, dichiara il Censis non si rendono conto né l’opinione pubblica né la classe politica.
Un capitolo del 40° Rapporto del Censis è riservato ai problemi della formazione. Sotto il titolo Processi formativi il Rapporto presenta una serie di spunti sparsi come negli altri anni. Ancora oggi non è in grado di affrontare i problemi della formazione e dell’istruzione in maniera sistemica, in un ottica globale, insomma.
Qualche dato:l’Italia, secondo il Rapporto, sarebbe divisa in due relativamente alla formazione linguistica. Ci sono gli indifferenti (54% della popolazione) per i quali non è necessario conoscere le lingue, i globtrotters (21% della popolazione) e i fiduciosi (25% della popolazione).
Ancora: è importante conoscere la lingua italiana per gli immigrati giacché per suo tramite possono stringere rapporti di amicizia, possono utilizzare i mezzi pubblici e svolgere attività lavorative.
Nelle scuole italiane ogni 100 studenti esistono 8 computer mentre la media degli altri Paesi europei è di 11,3 computer ogni 100 studenti
Le domande di iscrizione ai corsi regionali di formazione permanente cofinanziati dai fondi europei sono quasi il doppio dei posti disponibili anche se poi si deve registrare una flessione del 16% tra gli iscritti e i frequentanti.
Tra i dati più importanti evidenziati, quello che attiene alla scolarizzazione. Si va annullando lo storico ritardo nella scolarizzazione della popolazione con oltre 15 anni di età. Nel 2005 la quota di laureate è stata solo del 9% rispetto ai maschi
La popolazione scolastica nel 2005 ha toccato gli 8 milioni e 908.336 alunni con un aumento di 24.492 unità (+ 0,3%) rispetto all’anno precedente.
Come si vede, nulla di nuovo rispetto a quanto già abbondantemente noto attraverso le innumerevoli e continue fonti di informazione.
La scuola italiana, in definitiva, aspetta ancora anche dal Censis un rapporto completo che affronti il problema della formazione e dell’istruzione in una logica sistemica.