Se i numeri forniti dal Sole 24 ore sono veri il taglio delle spese di istruzione per il 2015 sarà di circa 500milioni di euro.
Il commento è scontato: “Nulla di nuovo sotto il sole”.
D’altra parte solo Alice nel Paese delle Meraviglie o il Candido di Voltaire avrebbero potuto pensare davvero ad una seria inversione di tendenza.
Il fatto è che, purtroppo, le risorse sono davvero scarse e, almeno per il momento, non si vede una via d’uscita ad una situazione che sta diventando ogni giorno più pesante.
Stando ai numeri divulgati in queste ore il blocco degli scatti del 2013 è ormai cosa fatta, su cui non c’è più molto da dire, a meno che non si voglia tentare ancora una volta la strada del recupero dal fondo di istituto che però, in tal caso, verrebbe del tutto azzerato.
Restano quindi tutti i dubbi sul piano di assunzioni (148mila docenti a partire dal 1° settembre prossimo) che al momento attuale non avrebbe nessuna copertura.
Giannini e altri continuano a dire che il problema vero della scuola italiana è che bisogna spendere meglio i soldi che ci sono, ma francamente non si capisce proprio cosa voglia dire questo slogan.
E così incominciano anche a perdere ulteriormente credibilità anche altri “pezzi” importanti del Piano “Buona Scuola”, dall’organico funzionale all’ampliamento dell’offerta formativa (più sport, più musica, più arte, più lingua straniera).
Alla fine, di tutto il Piano Renzi potrebbero restare in piedi ben poche cose: un po’ di coding e di connessioni WI-FI, la cancellazione di qualche decina di disposizioni burocratiche inutili da anni, un po’ di assunzioni giusto per garantire il turn-over e magari una manciata di milioni di euro per organizzare un po’ di formazione per i docenti in servizio.
Se dovesse finire così ci troveremo veramente davanti alla montagna che partorisce il topolino.