“Nulla è perduto con la pace, tutto può esserlo con la guerra”. Una frase del famoso radiomessaggio pronunciata da papa Pio XII alla vigilia della Seconda guerra mondiale.
Quanto è d’attualità un appello pronunciato più di ottant’anni fa, come lo sono altri, altrettanto importanti, invocanti la pace.
Quindi, diciamo:
- Basta alle armi strumento di morte e di distruzione;
- Stop alle sirene d’allarme che, con il loro lugubre suono, raggelano il sangue e costringono a correre nei rifugi per salvarsi;
- Alt alle lunghe code di donne e bambini spesso separate dai dai loro mariti (e padri) impegnati nelle operazioni belliche con l’angoscia di non vederli, forse, più e dirette verso destinazioni lontane, in terre straniere che per quanto ospitali possano essere non è come essere in patria;
- Fermiamo le morti di civili inermi la cui colpa è di trovarsi nel posto sbagliato;
- Terminiamo con la distruzione di case, palazzi, edifici, scuole, ospedali e quant’altro, costruiti con anni di sacrifici. Quanto tempo ci vorrà per la loro ricostruzione?
- Fa male al cuore vedere volti pieni di paura o anche se sorridenti celano ansia e preoccupazione per un futuro che non si sa cosa riservi;
- Non è piacevole vedere soldati ragazzini mandati allo sbaraglio e assisti dagli aggrediti come se fossero figli. Non è l’amore più forte del male?
- Al bando la supremazia della forza sulla ragione;
- Non facciamo come i “Levìti”;
- Facciamo della solidarietà il fulcro della nostra esistenza ricordando che tutti abbiamo, prima o poi, avremo bisogno degli altri.
E l’elenco potrebbe ancora continuare.
Siamo costruttori di pace ovunque ci troviamo, perché la pace è un grande dono che, una volta persa, è molto difficile da riconquistare, se non a caro prezzo.
Viva la pace, mai più la guerra!
Giovanni Todeschini