Il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca è tornato sulla questione del numero chiuso alla facoltà di Medicina, che a suo avviso andrebbe abolito per molteplici ragioni. Ecco le sue parole, a cui l’esponente del Partito Democratico ha dedicato un post sul suo profilo Instagram.
“Basta marchettifici: togliamo Il numero chiuso a Medicina. Basta ipocrisie, oggi l’accesso alla facoltà di Medicina è diventato un marchettificio. Abbiamo ragazze e ragazzi che per affrontare i quiz vanno a fare corsi di formazione a 5000 euro l’uno! È una vergogna!!! I figli della povera gente non possono più iscriversi a Medicina. Allora io preferisco ingolfare le facoltà di Medicina, purché siano accessibili a tutti. Poi la selezione si fa sul campo, sulla passione, la capacità e la voglia di studiare dei ragazzi”, queste le sue forti parole.
A suo avviso bisognerebbe dare a tutti l’opportunità di almeno accedere alla facoltà, senza distinzioni e senza favorire chi ha le possibilità economiche per prepararsi meglio al test di ingresso frequentando corsi esosi. “Un figlio di povera gente dove li trova i soldi per il corso per partecipare ai test?”, ha ribadito De Luca.
“Questo determina un meccanismo infame dal punto di vista classista dell’accesso, che penalizza i figli della povera gente. Non solo, si creano ragazze e ragazzi depressi, frustrati, complessati che in questo tipo di società avvertono il mancato superamento del quiz come un elemento di pochezza, di inconsistenza personale. Non è possibile!”, ha aggiunto.
La ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini ha lasciato intendere, lo scorso marzo, che i posti Medicina saranno di più ma che non si andrà verso l’abolizione del numero chiuso, come si vociferava nei primi mesi di quest’anno.
Lo scorso 17 luglio è stato annunciato che è di 19.944 posti la proposta che il Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) ha intenzione di avanzare al Gruppo di programmazione per i Corsi di laurea in Medicina e Chirurgia in italiano e in lingua inglese.
Rispetto allo scorso anno accademico si tratta di oltre 4mila posti in più che verranno messi a disposizione degli studenti, la cui definizione e distribuzione per Università sarà oggetto di uno specifico decreto ministeriale.
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