Sul vero snodo dei posti per Medicina, ho già detto ieri. Nel senso che sono le specializzazioni, e non le prove d’ingresso, il punto critico, oltre, ovviamente, alle risorse alle Università per consentire a tutti di frequentare il primo anno universitario.
Ma c’è un altro punto critico, che vedo emergere dalla presa di posizione degli addetti ai lavori, cioè la constatazione, che è più di una semplice convinzione, che “il merito non si misura con un quiz meccanizzato”.
A scuola queste cose le sappiamo bene. Ma, mi pare, non lo sanno ancora nei corridoi di Viale Trastevere.
Domani, tanto per capirci, c’è la prova del concorso per i presidi, per quelli, appunto, che hanno superato i quiz.
Dicendo questo, tutti sono in grado di comprendere a che cosa mi riferisco. Cioè al fatto, facilmente dimostrabile dagli esiti dell’ultimo concorso, che il filtro dei quiz falsifica, appunto, la logica del merito.
Speriamo che questa discussione porti, per concludere, ad una revisione complessiva delle modalità di selezione. Compresa la decisione di assegnare i migliori valutatori possibili, con riscontro economico di rilievo, ai candidati. Senza la scelta dei migliori valutatori, è tutto un bluff.
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