Dopo le contestazioni studentesche a Foggia, in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico, la ministra Giannini si è impegnata ad aprire un tavolo di riforma del sistema del numero chiuso al Miur. Fin dall’insediamento del governo la ministra si è detta scettica rispetto al test d’accesso così com’è attualmente, finora tutto ciò non si è però tradotto in nulla di concreto. Il 12 Maggio, data di pubblicazione delle graduatorie di merito a medicina, ci mobiliteremo in tutta Italia con azioni e flash-mob per rivendicare interventi immediati e non vuote promesse sul numero chiuso.
“E’ una vittoria per gli studenti che in questi mesi si sono mobiitati contro il numero chiuso l’apertura di un tavolo di revisione complessivo al Miur – dichiara Danilo Lampis, coordinatore nazionale Unione degli Studenti – Oggi però è quanto mai necessario per dare risposte concrete e non fare vuote promesse ad una generazione che vede il proprio futuro dipendere da quelle 60 domande. Lo strumento del test sta diventano una costante nei percorsi scolastici di tutti, uno strumento di valutazione pieno di limiti, che impoverisce la didattica e ignora le capacità e l’impegno degli studenti. Il 12 e il 13 Maggio saremo in mobilitazione contro i test d’accesso e i test d’Invalsi, perchè gli studenti non sono numeri e non accettiamo graduatorie sul nostro futuro! Così come sul numero chiuso anche sull’Invalsi il Miur dovrebbe fare degli importanti passi indietro!”
“La Giannini sostiene che il sistema di sbarramento all’accesso dell’università abbia migliorato la qualità della didattica, noi crediamo al contrario che l’introduzione del numero chiuso, dovuta al definanziamento dell’università e quindi alla carenza di strutture e posti, sia proprio l’inizio di una dequalificazione drammatica dell’università – dichiara Federico Del Giudice, portavoce della Rete della Conoscenza – Il rifinanziamento dell’istruzione pubblica e la revisione del sistema dei test d’accesso sono due azioni che vanno in parallelo!”
“La Giannini sostiene che il sistema di sbarramento all’accesso dell’università abbia migliorato la qualità della didattica, noi crediamo al contrario che l’introduzione del numero chiuso, dovuta al definanziamento dell’università e quindi alla carenza di strutture e posti, sia proprio l’inizio di una dequalificazione drammatica dell’università – dichiara Federico Del Giudice, portavoce della Rete della Conoscenza – Il rifinanziamento dell’istruzione pubblica e la revisione del sistema dei test d’accesso sono due azioni che vanno in parallelo!”
“Oggi il sistema italiano di numero chiuso non risponde al fabbisogno di camici bianchi ma lascia il sistema sanitario pubblico al suo collasso – conclude Alberto Campailla, portavoce nazionale di Link Coordinamento Universitario – A fronte dei pochissimi posti disponibili a medicina, nel nostro Paese nel 2018 ci sarà una carenza di oltre 22.000 medici. Crediamo quindi che “Il numero chiuso non è salutare per nessuno, nè per gli studenti nè per il Paese intero. Continueremo a mobilitarci il 12 Maggio per rivendicare una revisione radicale e immediata”.