Avete presente le sigarette con i loro messaggi e foto sui pacchetti che, in teoria, dovrebbero dissuadere i tabagisti dal comprarle e consumarle perché provocano seri danni alla salute?
Ebbene, se negli Stati Uniti dovesse passare una certa proposta, i social network saranno obbligati a esporre un’avvertenza sui rischi che comportano per la salute mentale dei ragazzi. Proprio come se fosse un’etichetta sul pacchetto delle sigarette.
La proposta in questione non nasce dagli avventori di un bar sport ma dal Surgeon general, la massima autorità di Salute pubblica statunitense che è, nello specifico, il capo esecutivo del servizio dello United States Public Health Service Commissioned Corps e il portavoce delle questioni di salute pubblica all’interno del governo federale. Viene nominato direttamente dal Presidente, confermato dal Senato e resta in carica quattro anni. Non uno qualunque, insomma.
Come riportato in questi giorni dal quotidiano L’Avvenire e da altri organi di stampa, l’attuale Surgeon general, il vice ammiraglio della Marina Militare Vivek H. Murthy, ha riaffermato l’urgenza di adottare al più presto adeguate contromisure per limitare i danni che l’uso scorretto dei social media sta provocando in particolare sugli adolescenti. Per Murthy, stiamo vivendo un’emergenza, i fatti dicono inequivocabilmente che la salute mentale dei più giovani è in forte crisi, e il tempo passato quotidianamente sui social medi – 4,8 ore al giorno come dato medio per gli adolescenti americani – è da annoverare tra le cause di questa vera e propria epidemia.
Il Surgeon General – continua L’Avvenire – ribadisce quanto era già venuto fuori dal suo Rapporto “Social Media and Youth Mental Health” uscito lo scorso anno e divenuto un riferimento internazionale sulla materia. Oltre all’etichetta di avvertimento, che naturalmente ha soltanto uno scopo dimostrativo e soltanto minimamente dissuasivo, occorrono leggi che contengano lo strapotere delle piattaforme. In questo momento sono in discussione al Congresso degli Stati Uniti due provvedimenti: il primo è un aggiornamento in tema di privacy dei minori, il COPPA2 (Children Online Privacy Protection Act) e il secondo è il KOSA (Kids’ Online Safety Act) che si concentra sui limiti all’accesso a contenuti dannosi e inadeguati.
Secondo il Surgeon general, comunque, la misura più efficace di tutte sarebbe quella di imporre alle piattaforme di condividere i dati in loro possesso sui reali impatti dei propri servizi – cosa che ancora si guardano bene dal fare – in modo che questi possano essere oggetto di un’analisi da parte di esperti indipendenti.
Gli ultimi consigli che l’autorità americana si sente di dare sono rivolti alle scuole e alle famiglie: le prime dovrebbero garantire ambienti “smartphone free” per la didattica e la socializzazione, e le seconde adottare regole elementari e chiare, come quella di non utilizzare smartphone a letto, a tavola e nelle occasioni conviviali.
Il conferimento delle supplenze temporanee si attua mediante la stipula di contratti di lavoro a…
Se il patriarcato non c’entra, ma c’entra il fenomeno degli stranieri che stanno arrivando in…
Un nostro affezionato lettore, docente in un Istituto Comprensivo in cui vige la settimana corta,…
Ancora censure nelle scuole degli Stati Uniti : in Florida sono tantissimi i libri che…
Ormai manca poco all'attesissima pubblicazione del prossimo bando del concorso docenti 2024. Come ha già…
Nella puntata del daytime di oggi, 19 novembre, del talent show Amici, in onda su…