In meno di 24 ore il Governo ha fatto un passo indietro sulla circolare che pretendeva di riportare in DaD le classi per un solo contagiato causa delle carenze del sistema di tracciamento, da sempre l’anello debole della catena dei protocolli di sicurezza, rimasti lettera morta sul fronte della tracciabilità, finché si è arrivato a sostenere, con nota ministeriale del 22 luglio, che test diagnostici, tracciamento e screening preventivi nelle scuole non fossero necessari e che bastassero usuali pratiche di gestione dei sospetti casi Covid.
Poi la CIRCOLARE del 3 novembre, che aveva l’intento di strutturare invece un sistema metodico di testing, che le Asl tuttavia non hanno avuto la forza di implementare in modo efficiente.
Ma la didattica in presenza per tutti non può essere un mantra valido solo quando i contagi sono irrisori. Il proposito assume forza e credibilità se dietro si costruisce una strategia tale da garantire la scuola in presenza proprio quando i contagi sono in ripresa. Il punto è, tuttavia, che una strategia che punti tutto sulla campagna vaccinale e che sul fronte del tracciamento alzi invece bandiera bianca, poi non può che produrre queste conseguenze. Lo stesso presidente del Consiglio Mario Draghi non ci sta a rassegnarsi alla didattica a distanza, e nel giro di poche ore chiede ai ministri di ripristinare le regole precedenti sulle quarantene e al generale Figliuolo di potenziare l’attività di tracciamento, come testimonia l’ultima circolare, in smentita della precedente:
Anche in considerazione della sopravvenuta disponibilità manifestata dalla struttura commissariale con nota inviata in data 30 novembre 2021, potrà essere mantenuto il programma di testing di cui alla circolare n. 50079 del 3 novembre 2021, per la verifica della positività dei soggetti individuati come contatti di una classe/gruppo, da effettuarsi in tempi estremamente rapidi, tali da garantire il controllo dell’infezione.
Un tema su cui si dibatte sin dal primo anno di pandemia, con la ex ministra Azzolina che chiedeva più risorse sul monitoraggio dei contatti per evitare la chiusura delle scuole e che di recente ha commentato: “Leggo addirittura, nella circolare mandata alle scuole, che il tracciamento non va fatto. Ma come? Sarà forse che non si è in grado e si preferisce dire che non serve?”
E oggi torna a commentare sul proprio profilo Twitter: “Mi sono scagliata ogni giorno contro la decisione di chiudere le scuole, ma sono stata lasciata sola. Il ministero non può nulla, la politica tace. Il PD si gira dall’altra parte, il segretario Zingaretti prende le difese di De Luca”.
Stavolta, insomma, in tema di scuola in presenza e di tracciamento, la ex ministra e il presidente del Consiglio (anch’egli a bacchettare i ministri) sono in sintonia.
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