Il tormentone continua: come in ogni serie che si rispetti, una stagione non basta, più numerosi sono gli episodi e meglio è. La nostra serie di chiama “dress code a scuola” e si arricchisce in questi giorni di una nuova puntata. Arriva da Lecce, esattamente dal liceo classico Palmieri, e si apre con una circolare perentoria della dirigente scolastica che intima a tutti, ma proprio a tutti – e qui sta la novità – di vestirsi decentemente all’interno del perimetro scolastico: non solo gli alunni, ma anche i docenti e il personale ATA dovranno ottemperare: niente Jeans strappati e minigonne troppo corte, al bando ciabatte e top che lasciano l’ombelico scoperto, come riportato da TGCom 24, Il Quotidiano di Puglia e molti altri quotidiani e testate online nazionali e locali.
Nella circolare, avente per oggetto “norme di comportamento”, la dirigente si riserva la facoltà di non ammettere a scuola chi non rispetterà queste regole, poiché – come aggiunge la stessa preside – il Liceo Palmieri ha tra i suoi obiettivi l’acquisizione di comportamenti e stili di vita rispettosi dei principi basilari di una convivenza civile. Si legge ancora nella circolare che il rispetto delle persone è la prima regola della nostra comunità. È dovere di ognuno di noi partecipare al miglioramento della vita scolastica con forte senso di responsabilità e senso civico, per garantire a tutti un ambiente accogliente, gradevole.
Ma non finisce mica qui: anche i cellulari saranno banditi. Nel provvedimento della preside, infatti, l’uso dei cellulari è vietato non soltanto nelle aule ma anche nei corridoi. Una decisione che, sottolinea la dirigente, risponde a una generale norma di correttezza che tutti devono rispettare, perché il loro uso scorretto favorisce sia la distrazione di chi li usa e dei compagni, sia infrazioni lesive della privacy in caso di riprese inopportune o non autorizzate.
Come la stessa preside ha spiegato al Quotidiano di Puglia, la circolare è nata dalla necessità di ricordare a tutti che c’è un abbigliamento per ogni occasione e che vestirsi in un modo piuttosto che un altro è un modo di comunicazione non verbale.
Quali sanzioni per chi dovesse disobbedire alla circolare? Quelle che il Consiglio di classe riterrà più opportune – conclude la preside – in linea con le indicazioni del Regolamento Interno. Se necessario, anche l’allontanamento dalla scuola.
Cosa possiamo dire, se non augurarci che questa circolare nasca da un confronto interno tra la preside, i docenti, il personale, gli alunni e le famiglie e che sia il più possibile condivisa. In caso contrario, temiamo che abbia vita breve, come tutte le imposizioni categoriche e tassative calate dall’alto, il cui solo risultato è creare malcontento e fratture all’interno della comunità scolastica.