Come riporta Flc-Cgil, il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI), riunitosi in modalità telematica in data 23 novembre 2023, si è pronunciato su schema di decreto del Ministro dell’istruzione e del merito, di concerto con il Ministro dell’università e della ricerca, recante “Revisione e aggiornamento della tipologia delle classi di concorso per l’accesso ai ruoli del personale docente, attuativo dell’art. 4, comma 2-bis, del decreto legislativo n. 59/2017”.
Lo schema di decreto in esame revisiona e aggiorna la tipologia delle classi di concorso per l’accesso ai ruoli del personale docente, attuativo dell’articolo 4, comma 2-bis, del decreto legislativo n. 59/2017.
Il CSPI già in altri pareri aveva espresso la necessità di “rivedere” le classi di concorso e di abilitazione e di procedere ad una più compiuta revisione della materia, suggerendo di “partire dagli insegnamenti previsti dagli ordinamenti per definire i titoli necessari per accedere alle nuove classi di concorso”.
Le criticità
Il parere evidenzia, nel provvedimento preso in esame diverse criticità a partire dall’indicazione contenuta nel presente provvedimento di consentire l’accesso ai percorsi di abilitazione di cui alla classe di concorso A-23 (Lingua italiana per discenti di lingua straniera), a coloro che siano in possesso dei titoli rilasciati da qualsiasi ateneo, senza alcuna previa valutazione qualitativa della proposta formativa accademica in un ambito così specifico. Pertanto, si raccomanda la definizione di standard di riferimento connessi a tale insegnamento. Inoltre, nel parere si esprime preoccupazione per un impoverimento culturale nelle aree artistiche e umanistiche.
Il CSPI ritiene scarsamente adeguato l’accorpamento di diverse classi di concorso del primo e secondo grado in quanto non adeguato alla costruzione di un solido profilo pedagogico, culturale e professionale del docente, finalizzato al miglioramento del sistema scolastico. Il parere rileva che l’imponente integrazione di titoli di studio rischia di non semplificare affatto le procedure, bensì di fornire l’occasione di un elevato contenzioso e sottolinea la necessità di chiarimenti tempestivi anche nei confronti di coloro che, iscritti agli attuali corsi di laurea, si dovessero vedere modificati i crediti necessari al momento del conseguimento del titolo conclusivo del percorso di studio.
Il CSPI evidenzia che la tempistica del presente decreto di revisione delle classi di concorso rischia di creare confusione rispetto alla validità dei titoli di accesso all’insegnamento, in quanto le Università hanno già presentato le istanze di accreditamento per i percorsi formativi relativi alla riforma del reclutamento degli insegnanti, sulla base della Revisione del 2017.
Il CSPI, considerate le criticità contenute nel provvedimento, ha vincolato la positività del parere all’accoglimento da parte del Ministero delle osservazioni e delle richieste di modifica.