Le parole del sottosegretario del Miur Gabriele Toccafondi di qualche giorno fa sembrano non lasciare spazio a dubbi: “A partire dall’anno scolastico 2014-2015 si assisterà a 29mila nuove immissioni a ruolo, con docenti che saranno assunti sia dalle graduatorie ad esaurimento sia dai vincitori senza cattedra del concorso 2012”.
Dunque le nuove assunzioni, strettamente legate al turn over (o a quel che ne resta dopo la Fornero), riguarderanno i celeberrimi precari storici, in attesa da decenni e probabilmente con un altro decennio davanti di attesa per il loro riassorbimento totale, e i vincitori dell’ultimo concorsone 2012. D’altronde tali assunzioni rientrano a più ampio spettro del piano triennale di immissioni in ruolo, previsto dal DL 104/2013 per un totale di 63mila posti così distribuiti: le prime 29.000 immissioni in ruolo nell’a.s.2014/15, 14mila copriranno il turnover, ovvero i posti lasciati liberi da coloro che andranno in pensione, che verranno occupati da 7mila vincitori del concorso del 2012 e 7 mila dalle graduatorie a esaurimento. Gli altri 15mila posti invece sono le assunzioni sul sostegno programmate dal ministro Carrozza nel 2013 e 4000 ulteriori posti potrebbero crearsi col pensionamento sbloccato dei quota 96.
Nell’a.s.2015/16 le immissioni in ruolo dovrebbero essere 22mila, di cui 14.000 derivanti dai pensionamenti e 8.000 di sostegno, già previsti dal decreto della Carrozza, di questi 7.000 destinati agli idonei del concorso 2012.
Infine nell’a.s. 2016/17 12.000 sono i posti previsti di cui il 50% spetterà ai vincitori del concorso, che il ministro Giannini ha confermato sarà bandito per la primavera del 2015, che darà la possibilità d’inclusione agli abilitati del II ciclo TFA, le cui prove preselettive si stanno svolgendo in questi giorni, e il 50% dalle solite inossidabili Graduatorie ad esaurimento.
Al di là di questi (apparentemente?) generosi numeri restano però parecchie questioni aperte. Innanzitutto il problema degli idonei non vincitori del concorso a cattedra, che guardano con una certa angoscia al bando del nuovo concorso nel 2015, che potrebbe giocare loro l’assunzione, se non avverrà tempestivamente, in quanto verrebbero invalidate le graduatorie del concorso 2012. Essi infatti sperano nell’efficacia del decreto ministeriale n. 356 del 23 maggio, composto da un solo articolo che penalizza le graduatorie ad esaurimento a vantaggio dei docenti idonei, ma non vincitori, del concorso bandito con D.D.G. n. 82 del 2012. Ricordiamo che nel provvedimento c’è scritto che i candidati inseriti a pieno titolo nelle graduatorie di merito del concorso ordinario per il reclutamento di personale docente bandito con il decreto del Direttore generale per il personale scolastico 24 settembre 2012 n.82, ma non collocati in posizione utile tale da risultare vincitori, hanno titolo, a decorrere dall’anno scolastico 2014/15 ad essere destinatari di contratto individuale di lavoro a tempo indeterminato, in subordine ai vincitori, fermo restando il vincolo della procedura autorizzatoria di cui all’art. 39, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, nei limiti del 50 per cento dei posti previsti per il concorso ai sensi dell’articolo 399, comma 1, del decreto legislativo n. 297 del 1994 e fermo restando quanto previsto dell’articolo 400 del suddetto decreto legislativo”.
Inoltre la Flcgil in un comunicato stampa sottolinea che, “mentre si introducono con lo strumento del decreto sempre più divisioni tra i precari della scuola, i cui numeri crescono a dismisura, è bloccato il piano triennale per coprire i posti vacanti previsto dal decreto 104 del 2013. È probabile che per quest’anno non si avviino le procedure e le assunzioni rischiano di avvenire solo sui numeri del turn over, peraltro ridotti dagli effetti della legge Fornero che sta lasciando al lavoro personale ormai grande di età e sta impedendo quel ricambio generazionale tanto sbandierato dai governi che si sono succeduti in questi anni.” Inoltre le immissioni in ruolo previste dovranno, secondo il decreto n.104 del 2013, avvenire ad “invarianza finanziaria”, che per diverso tempo bloccherà le buste paga dei nuovi assunti a circa 1.200 euro al mese, senza progressione di carriera. Perciò il sindacato chiede al Governo “l’immediato sblocco delle procedure di stabilizzazione senza chiedere riduzione dei diritti e dei salari per i precari.”
Infine, in questo panorama confuso, un maligno pensiero si insinua: non è che, un po’ troppo alla leggera, si son fatti i conti senza l’oste? La parola finale la dovrà dire il MEF e allora sì che saran numeri…
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