
Dopo le Nuove Indicazioni Nazionali per il primo ciclo arrivano quelle per le scuole superiori: l’annuncio è del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara a margine del convegno alla Camera “Le radici del futuro – Confronto sulle Nuove Indicazioni Nazionali per la scuola”, come riporta Ansa.
Nuove Indicazioni Nazionali secondo ciclo, ecco quando uscirà la bozza
I nuovi programmi per le superiori “entreranno in vigore dall’anno scolastico 2027-2028. La commissione preposta ci sta già lavorando e nei prossimi mesi la bozza delle nuove indicazioni sarà sottoposta al pubblico dibattito”, queste le parole del capo del dicastero di Viale Trastevere.
Nuove Indicazioni Nazionali, le parole di Valditara
Ecco le parole di Valditara in merito alle Indicazioni del primo ciclo, di cui è stata diffusa la bozza: “Qual è lo spirito delle nuove Indicazioni Nazionali? Guai a pensare che vogliano ledere l’autonomia scolastica. Abbiamo voluto fare un’operazione di pianificazione e importante svolta culturale. Siamo partiti da una considerazione, dai dati: quando veniamo a sapere che molti studenti non sanno chi sia Mazzini o confondono D’Annunzio e Leopardi c’è qualcosa che non funziona. Non tanto nella qualità della didattica ma nelle Indicazioni Nazionali”.
“Veniamo da una svalutazione della grammatica, della sintassi, delle regole. Banalmente, penso al mio intervento a difesa della lingua italiana contro asterischi e schwa. In un’epoca di Internet, di cellulare, che impediscono di allenare la memoria è importante immagazzinare un bagaglio, una ricchezza espressiva”.
“Ritengo che l’identità sia fondamentale in una società sempre più aperta. Il rischio è che chi arriva da noi trovi il vuoto. Non vogliamo che venga riempito da altri. La società dell’Antica Roma non era razzista, aveva una consapevolezza dei valori identitari. Queste sono le indicazioni che ho dato alla Commissione: ridare dignità alla lingua italiana, educare ad un linguaggio corretto. Poi il rispetto verso gli altri. Bisogna imparare a scrivere in corsivo”.
“Poesie a memoria: la memorizzazione è fondamentale, è un’occasione per acquisire un linguaggio fatto di espressioni raffinate. Poi, il latino, è fondamentale. Il latino esprime la logica, valori universali, i valori dell’Occidente. Poi, la storia: ho letto un libro di storia con pagine su un felino vissuto nella Preistoria. Se riduco lo spazio in un anno solo Grecia, Roma e Cristianesimo perdo di vista le radici”.
“Abbiamo bisogno di informatica, di intelligenza artificiale, certo. Abbiamo promosso l’IA a scuola nella didattica. Ma abbiamo la necessità di avere la consapevolezza delle Humanities. Dobbiamo rimettere al centro l’importanza della storia nell’Occidente per avere un Europa solida, con un suo spessore, non solo un’Europa delle regole, degli interessi, della burocrazia. Siamo orgogliosi della nostra storia, no alla cancel culture”.
Nuove Indicazioni Nazionali primo ciclo, si parte il 1° settembre 2026
I nuovi programmi scolastici, figli delle indicazioni nazionali della scuola primaria introdotte dal ministero dell’Istruzione, entreranno in vigore dall’anno scolastico 2026/2027. Ed è già corsa contro il tempo, perchè in contemporanea saranno anche pronti i libri di testo adeguatamente aggiornati: il doppio impegno è stato pubblicamente preso il 2 aprile dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara durante un’interrogazione degli onorevoli Grippo e Bergonzoni di Azione specifica sugli esiti della pubblicazione, avvenuta l’11 marzo scorso, della bozza sulle “Nuove indicazioni per la scuola dell’infanzia e primo ciclo di istruzione 2025”.
Come abbiamo già avuto modo di scrivere, il titolare del Mim ha detto di avere “avuto un confronto diretto con l’Associazione Italiana Editori: i tempi sono risultati compatibili con la produzione di materiali didattici, coerenti con le nuove indicazioni, in tempo, dunque, per la loro adozione a partire dall’anno scolastico 2026/27”.
Valditara è tornato sulle motivazioni che hanno prodotto tale decisione: dopo avere parlato della “consapevolezza della rilevante portata culturale di questa revisione”, il ministro ha tenuto a dire che “negli ultimi decenni – ha spiegato – si sono affermate tendenze pedagogiche che hanno portato al decadimento di alcune conoscenze. Abbiamo voluto recuperare il senso della nostra identità per capire chi siamo e da dove veniamo. La definizione delle Indicazioni è prerogativa del Mim a cui spetta il compito di fornire gli obiettivi generali, nel pieno rispetto dell’autonomia delle scuole”.