
Questa mattina, 27 marzo, la FLC CGIL è stata audita sul tema delle Nuove indicazioni nazionali in occasione dell’incontro con i sindacati con la Commissione di studio.
L’audizione di Fracassi
Gianna Fracassi, segretaria generale della FLC CGIL, ha posto alcune considerazioni di metodo: “Contrariamente a quanto afferma il Ministero, non ci sono state reali interlocuzioni con le organizzazioni sindacali e per le scuole la scelta è stata di proporre un questionario a risposta chiusa, in cui non è possibile esprimere il dissenso rispetto ai contenuti, tra l’altro in tempi così stretti che minano la possibilità di una riflessione collegiale. Non c’è quindi la volontà politica di aprire un vero confronto con i docenti che vivono la scuola ogni giorno”.
“Ci chiediamo inoltre, quale sia la ragione di una revisione completa delle Indicazioni nazionali, dopo la prima elaborazione nel 2012 e l’aggiornamento nel 2018. Pur riconoscendo la necessità di alcune integrazioni, l’unica ragione che intravediamo è di modificare radicalmente una visione di scuola e una visione della conoscenza intesa come complessità, pensiero critico e riflessivo nel tentativo di rispondere alle sfide del presente”, sottolinea la segretaria generale FLC CGIL.
“Durante l’audizione – aggiunge – abbiamo posto una serie di rilievi anche sui contenuti, a partire dal paragrafo sull’educazione alle relazioni che riteniamo inadeguato e dalla considerazione che la violenza di genere – definita una triste patologia – possa essere contrastata con l’educazione del cuore e la bona fides o il capitolo sulla Storia che, oltre ad avere un approccio occidentocentrico, la riduce di fatto a strumento per rafforzare la dimensione identitaria e non il pensiero critico, privilegiando nel metodo l’aspetto narrativo più che scientifico”.
“Riteniamo in generale che il testo delle Nuove Indicazioni nazionali contenga un impianto culturale ideologico, dogmatico e obsoleto, in cui vengono proposti metodi e contenuti di un rassicurante passato remoto o remotissimo. La scuola per fortuna è più avanti di così”, conclude Fracassi.
La premessa
La Commissione incaricata della redazione del nuovo testo delle Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione ha terminato i lavori di redazione della bozza di documento lo scorso 11 marzo.
La pubblicazione del documento è finalizzata ad avviare nei prossimi giorni la fase di consultazione che la stessa Commissione effettuerà mediante incontri con le associazioni professionali e disciplinari, con le associazioni dei genitori e degli studenti e con le organizzazioni sindacali della scuola.
Il confronto sarà utile per avviare l’iter formale di adozione delle Nuove Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione che andranno a sostituire dall’anno scolastico 2026/2027 quelle adottate nel novembre 2012.
La Premessa culturale generale delle Nuove Indicazioni trae origine dai percorsi formativi ordinamentali scolastici attuali. Questa premessa pone al centro la persona, rifacendosi ai principi della Costituzione che concepisce lo Stato per l’uomo e non viceversa, come sottolineato dal costituente Giorgio La Pira.
Di conseguenza, la scuola, in quanto scuola costituzionale, focalizza le proprie azioni sulle persone degli allievi e ne promuove i talenti attraverso una formazione integrale e armonica di tutte le dimensioni: cognitive, affettive, relazionali, corporee, estetiche, etiche, spirituali.
In sintesi, la Premessa culturale generale delle Nuove Indicazioni sottolinea la centralità della persona dell’allievo nel sistema scolastico, ispirandosi ai principi costituzionali e mirando a uno sviluppo completo e bilanciato di tutte le sue facoltà.
I campi di esperienza
Le Nuove Indicazioni delineano diversi campi di esperienza per la scuola dell’infanzia e le discipline per la scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado.
Per la scuola dell’infanzia, i campi di esperienza sono:
- ‘Il corpo e il movimento’
- ‘Immagini, suoni e colori’
- ‘I discorsi e le parole’
- ‘La conoscenza del mondo’
- ‘Il sé e l’altro’
Questi campi di esperienza sono pensati per indicare gli “ambiti del fare e dell’agire del bambino e della bambina” e i “settori specifici ed individuabili di competenza” nella scuola dell’infanzia. Essi concorrono alla realizzazione del curricolo quotidiano, inteso come integrazione tra saperi e competenze sociali.
Per la scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado, l’organizzazione degli apprendimenti avviene per discipline. Alcune delle discipline menzionate sono:
- Italiano
- Latino per l’educazione linguistica (LEL)
- Lingua Inglese
- Matematica
- Scienze
- Storia
- Geografia
- Arte e immagine
- Musica
- Educazione fisica
- Tecnologia
- Educazione civica
- Religione cattolica (con riferimento agli accordi concordatari)
Le Nuove Indicazioni nazionali fissano gli obiettivi generali, gli obiettivi specifici di apprendimento e le relative competenze di uscita degli allievi per ciascun campo di esperienza (nella scuola dell’infanzia) e per ciascuna disciplina (nella scuola primaria e secondaria di primo grado).
Inoltre, il sistema scolastico italiano assume come orizzonte di riferimento le otto competenze-chiave per l’apprendimento permanente definite dal Parlamento europeo e dal Consiglio dell’Unione europea:
- Competenza alfabetica funzionale
- Competenza multilinguistica
- Competenza matematica e competenza in scienze, tecnologie e ingegneria
- Competenza digitale
- Competenza personale, sociale e capacità di imparare a imparare
- Competenza in materia di cittadinanza
- Competenza imprenditoriale
- Competenza in materia di consapevolezza ed espressione culturali
Queste competenze chiave sono integrate nel curricolo sia come oggetto di attività didattica (come i ‘traguardi di sviluppo delle competenze’ per il primo ciclo) che nei profili degli studenti. Il “Profilo delle competenze al termine del primo ciclo di istruzione” descrive le competenze riferite alle discipline di insegnamento e al pieno esercizio della cittadinanza che gli studenti dovrebbero possedere al termine del primo ciclo.