Pubblicate il 7 settembre 2024 con Decreto Ministeriale n. 183 le linee guida per l’educazione civica che sostituiscono le Linee guida adottate 22 giugno 2020, n. 35.
Il documento
Occorre inoltre precisare che il testo della legge 92/2019 è stato nel frattempo in parte modificato, in particolare agli art. 1 e 3, dalla legge n. 21 del 5 marzo 2024. La legge 21/2024 ha infatti inserito diverse novità in particolare riferite alla dimensione economica. Così all’art. 1 (principi) è stata aggiunta la frase riferita a “risparmio, investimento, educazione finanziaria e assicurativa, pianificazione previdenziale, anche con riferimento all’utilizzo delle nuove tecnologie digitali di gestione del denaro, nuove forme di economia e finanza sostenibile e cultura d’impresa“. All’articolo 3 (obiettivi di apprendimento) è stato invece aggiunto un ampio paragrafo riferito alla dimensione finanziaria che così recita: “h-bis) educazione finanziaria e assicurativa e pianificazione previdenziale, anche con riferimento all’utilizzo delle nuove tecnologie digitali di gestione del denaro e alle nuove forme di economia e finanza sostenibile.
1-bis. Per l’insegnamento di cui alla lettera h-bis) del comma 1, il Ministero dell’istruzione e del merito determina i contenuti d’intesa con la Banca d’Italia, la Commissione nazionale per le società e la borsa, l’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni e la Commissione di vigilanza sui fondi pensione, sentito il Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria e sentite le associazioni maggiormente rappresentative degli operatori e degli utenti bancari, finanziari e assicurativi”.
Dal punto di vista formale il documento è suddiviso in 10 parti e consta di ben 25 pagine. Un documento piuttosto lungo (89.676 caratteri spazi inclusi, in pratica lungo poco più del testo della Costituzione italiana che consta di 88.438 caratteri spazi inclusi).
Obiettivo del testo è definire a livello nazionale traguardi di competenza, competenze e obiettivi di apprendimento così che le singole scuole li utilizzino dal 2024/25 per la definizione dei curricoli di educazione civica. Il tutto senza aver fatto (se non a parole) il monitoraggio delle esperienze realizzate dalle scuole nei primi 4 anni di educazione civica.
La definizione di traguardi di competenza per le scuole del primo ciclo e di competenze per il secondo ciclo con obiettivi di apprendimento correlati è attuata sulla scorta del modello con cui sono costruiti i documenti delle indicazioni nazionali del 2010 (secondo Ciclo) e 2012 (primo ciclo).
E’ questa la parte più corposa e dettagliata del documento e comprende anche la definizioni dei traguardi di competenza per le scuole dell’Infanzia dove, secondo l’art 2 della legge istitutiva, vanno previste “iniziative di sensibilizzazione alla cittadinanza”.
In sostanza, scrive il testo (punto 1), “le Istituzioni scolastiche sono state chiamate ad aggiornare i curricoli di istituto e l’attività di progettazione didattica nel primo e nel secondo ciclo di istruzione” utilizzando traguardi, competenze e obiettivi indicati dalle nuove linee guida.
Il cuore ideologico del testo
Il cuore del documento è costituito dal secondo titolo definito “Principi a fondamento dell’educazione civica”.
E’ qui che il ministro/ministero fornisce la propria ri-lettura della legge 92/2019 (e non solo) inserendovi in sostanza il punto di vista della attuale maggioranza di governo. Questi i punti chiave:
Il richiamo al concetto di Patria, poi, presta il fianco alle stesse riflessioni. Anche il riferimento alla Costituzione, dove Patria ricorre due volte (art. 52 comma 1: “La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino” e art. 59 comma 2: “Il Presidente della Repubblica può nominare senatori a vita cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario” ) risulta del tutto decontestualizzato e le linee guida si guardano bene dal rimandare al dibattito che ha investito anni addietro anche la Corte Costituzionale che, ha pronunciandosi sul Servizio Civile Nazionale, ha chiarito che tale scelta volontaria “costituisce adempimento del dovere costituzionale di solidarietà” ( art. 2 Cost,) nonché del dovere di concorrere al progresso materiale e spirituale della società ( art. 2 co. II) , ben potendo il dovere costituzionale di difesa della Patria adempiersi anche attraverso comportamenti di tipo volontario” (si vedano le sentenze n. 164 del 6 maggio 1985 e 228 del 6 aprile 2004).
Prevenendo le obiezioni ministeriali sui rilievi critici sopra avanzati devo anche dire che in un testo così lungo (e a volte ripetitivo, ad esempio quando parla di alunni non italiani e integrazione) c’è tutto e il contrario di tutto e quindi non si fa fatica a trovare anche affermazioni che affermano in sostanza quasi l’opposto di quanto ho messo in evidenza. Ma qui, credo, sia importante ritrovare il filo rosso del documento, il suo orizzonte di senso.
Dodici Competenze
La parte più ampia del documento (da pagina 9 in poi) è dedicata alla presentazione analitica e in tabelle dei 12 traguardi di competenze per il primo ciclo e delle 12 competenze per il secondo ciclo suddivise a partire dai tre nodi concettuali Costituzione, Sviluppo economico e sostenibilità, Cittadinanza digitale.
Leggendo le 12 competenze vengono immediate alcune annotazioni tecnico-didattiche sul
Patria – Pace 5 a 0
Tra i moltissimi rilievi critici che possono essere rivolti al testo delle linee guida ce ne è uno davvero impressionante, che può essere verificato facilmente, e che a mio parere riassume con precisione quanto sto sostenendo.
Ne testo la parola Patria ricorre 5 volte (3 più che nella Costituzione) mentre a parola pace ricorre ZERO VOLTE (contro le due volte, in senso specifico, nella Costituzione).
Che dire, potremmo fermarci qui: Patria – Pace 5 a 0. Eppure, a pensarci, le sfide dell’oggi e della cittadinanza sono concentrate proprio sul tema pace / guerra visto che a poche centinaia di chilometri da noi si stanno combattendo due guerre, quella in Ucraina e quella a Gaza, che ben si presterebbero per sperimentare esercizi di pace.
Inoltre, assieme al tema pace, anche il tema “mondo” è sparito dal testo delle linee guida.
Un cambio di paradigma?
Le linee guida costituiscono decisamente un cambio di paradigma per la scuola italiana. Si torna alla Patria, alla identità occidentale (qualunque cosa questo voglia dire) e il mondo sparisce sullo sfondo.
Il problema è, tecnicamente, che le linee guida intendono inserirsi entro la logica delle Indicazioni nazionali del 2010 e del 2012. E qui sta il problema: le indicazioni nazionali si aprono infatti con il documento Cultura. Scuola. Persona elaborato nel 2007 dalla commissione nominata dal Ministro dell’Istruzione e presieduta da Mauro Ceruti e coordinata da Italo Fiorin. Un testo che adotta in pieno il paradigma della complessità e che costituisce la cornice culturale che ha portato alla elaborazione delle indicazioni nazionali essendo parte integrante delle stesse. (si vedano ad esempio le Indicazioni Nazionali per il primo ciclo di Istruzione di cui al DM 254 del 16 novembre 2012 – https://www.miur.gov.it/documents/20182/51310/DM+254_2012.pdf )
Un testo che presenta l’orizzonte di un nuovo umanesimo che fa a pugni con le linee guida sulla educazione civica.
Che fare allora?
Beh, vedendo come ha agito sino ad ora il Ministro la soluzione è semplice e in parte già avviata: il paradosso di due paradigmi contradditori si risolve eliminando uno dei due paradigmi.
Quello che sta alla base delle indicazioni nazionali 2012, ad esempio, riscrivendo quindi le indicazioni stesse.
Processo già in cantiere, del resto.
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