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Nuove procedure concorsuali

I sovrintendenti regionali e i provveditori sono stati informati e attivati al fine di definire le competenze per la gestione dei concorsi nelle varie regioni d’Italia. Considerato che il numero dei partecipanti potrebbe sfiorare i due milioni, l’Amministrazione ha deciso di decentrare al massimo le operazioni relative alla presentazione delle domande, al trattamento informatico dei dati e, soprattutto, alle diverse fasi di espletamento delle prove.
I concorsi per la scuola materna ed elementare saranno gestiti in tutte le regioni dai Provveditorati agli studi dei comuni capoluogo di regione, tranne in Emilia Romagna (elementare a Bologna e materna a Modena) e in Puglia (elementare a Bari e materna a Lecce). Questo – è bene chiarirlo per non scoraggiare i candidati – non vuol dire che i residenti nelle altre province dovranno recarsi nelle città capoluogo per sostenere le prove, ma significa soltanto che la competenza sarà di quei Provveditorati individuati dal Ministero della P.I.. Questi avranno il compito di occuparsi del controllo delle domande, del possesso dei titoli da parte dei candidati e, dopo l’espletamento delle prove, della compilazione delle graduatorie. I candidati, quindi, dovranno inviare le domande presso i Provveditorati che saranno indicati nei bandi di concorso, ma potranno partecipare alle prove scritte e orali senza doversi spostare dalle province di residenza o prescelte, perché in tutti i comuni capoluogo di provincia vi saranno sedi di esame decentrate.
Diversa pianificazione, invece, per i concorsi della scuola secondaria di primo e secondo grado. Le competenze per nuovi ambiti disciplinari e per le classi di concorso della scuola media e superiore della Tabella A saranno distribuite alle Sovrintendenze regionali e ai Provveditorati delle varie province secondo un piano elaborato dalla Direzione Generale del personale del Ministero, di concerto con i sovrintendenti e i provveditori. Si tratta di modello previsionale che parte dalla base dei dati di partecipazione dei candidati ai precedenti concorsi che ha l’obiettivo di ottimizzare i carichi di lavoro delle sedi periferiche e di snellire le procedure di acquisizione di questa enorme mole di domande. E’ ancora allo studio il progetto di smistare le domande, a livello provinciale, ad alcuni istituti scolastici specializzati nel trattamento informatico dei dati, secondo scaglioni alfabetici. Ad esempio i partecipanti il cui cognome inizia con le lettere dalla A alla F potrebbero presentare la domanda in un dato istituto, quelli dalla G alla P in un altro e così via”.
C’è una brutta notizia, però, che riguarda i candidati della scuola secondaria. Le prove scritte dei vari ambiti e delle classi di concorso si svolgeranno nelle sedi indicate nei bandi, per cui, ad esempio in Lombardia, tutti i candidati delle classi di concorso non comprese in ambiti disciplinari, confluiranno a Milano, mentre quelli degli ambiti n. 4 e 9 (Italiano, storia, ed civica, geografia nella scuola media, Materie letterarie, latino e greco) dovranno recarsi a Brescia, quelli dell’ambito 7 (Filosofia e storia, psicologia e scienze dell’educazione) a Varese ecc. E’ bene ricordare che, secondo le nuove disposizioni (il Ddl n. 932 B in via di approvazione al Senato), i prossimi concorsi si svolgeranno su “base regionale”, per cui i vincitori (della scuola materna, elementare e secondaria) potranno scegliere il posto nell’ambito dell’intera regione e non come avveniva in precedenza in una sola provincia. Questo meccanismo è sicuramente un fatto positivo perché pone fine alla ‘lotteria’ della scelta delle province ‘giuste’ ed evita quei casi, abbastanza frequenti, in cui un candidato inserito nella graduatoria di una determinata provincia veniva immesso in ruolo in tempi brevi, mentre altri candidati inseriti in province vicine, pur avendo un punteggio superiore, restavano in attesa per diversi anni.
Se il piano del Ministero aggiunge un altro tassello al complicato puzzle dei concorsi, molta incertezza regna ancora sui tempi. Le ultime indiscrezioni sembrano ribaltare l’ordine previsto. I bandi dei concorsi per la scuola materna ed elementare dovrebbero essere pubblicati a marzo, ma gli scritti si svolgerebbero in ogni caso dopo l’estate. Il bando dei concorsi per la scuola secondaria (relativamente alle classi e agli ambiti della Tabella A) dovrebbe slittare ancora. Forse a giugno, probabilmente per permettere la partecipazione anche ai laureati della sessione estiva. Per il bando dei concorsi per le classi di concorso delle Tabelle C (insegnanti tecnico-pratici) e D (insegnanti di arte applicata) forse si dovrà aspettare settembre. I corsi per potere accedere all’abilitazione riservata per i precari, infine, (approvazione del Ddl 932/B permettendo) potrebbero iniziare ad aprile.
Il tutto con beneficio d’inventario, perché i bandi rischiano di accavallarsi con il nuovo esame di Stato che impegnerà quasi 100.000 docenti in 12.000 commissioni fino a metà luglio, per non parlare, poi, del corso-concorso per conferire ai capi d’istituto la qualifica di dirigente, che dovrebbe iniziare a marzo e che coinvolgerà oltre 10.000 fra presidi e direttori didattici. Un’ultima notazione riguarda i fondi per effettuare i concorsi. A quanto pare, anche se nella finanziaria ’99 non sono previsti in alcun capitolo di spesa, i circa 1200 miliardi necessari potrebbero essere recuperati dal budget generale delle spese per l’istruzione che ammonta a 60.000 miliardi.

Agostino Aquilina

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