C’è una curiosa novità in uno degli ultimi aggiornamenti del programma di gestione dell’attività amministrativa che da anni il Miur fornisce gratuitamente alle scuole di tutta Italia e riguarda le notizie sul curricolo scolastico di ciascun alunno.
Con l’avvio della riforma nella scuola primaria e nel primo anno della secondaria di primo grado l’orario degli alunni cambia ed è formato da 27 ore di attività obbligatorie e 3 di attività facoltative opzionali.
Come è noto su questo punto specifico lo scontro fra Ministero e sindacati è stato piuttosto vivace in quanto da parte sindacale si sostiene che il tempo pieno di 40 ore settimanali non è la stessa cosa del modello 27 (ore di attività obbligatorie) + 3 (attività opzionali) + 10 (mensa e dopo-mensa).
In realtà per qualche mese il problema delle attività opzionali è passato in secondo piano soppiantato dalla questione del tutor. Ma adesso potrebbe ritornare alla luce, anche perché si tratta di un problema strettamente collegato con quello degli organici.
Il Miur per intanto ha pensato ad una procedura informatizzata molto semplice che – se del caso – potrebbe servire anche per rilevare in modo oggettivo e indolore i dati relativi alla reale frequenza scolastica degli alunni nelle classi del I ciclo di istruzione.
Nel programma di gestione – infatti – è stata inserita una procedura che le scuole possono utilizzare sia per indicare l’orario di effettiva frequenza di ciascun alunno, sia le attività opzionali effettivamente seguite.
L’elenco proposto dal Miur è molto ampio: si va dalla ceramica, alla cucina fino alle attività sportive, al teatro e alla musica senza dimenticare il giardinaggio, la danza, la pittura, l’educazione ambientale, l’educazione stradale e l’educazione alla salute (ma le cosiddette educazioni sono da considerarsi attività opzionali o fanno parte del curricolo obbligatorio, essendo espressamente previste dalle Indicazioni Nazionali?)
La procedura informatica non mancherà di suscitare perplessità e forse anche polemiche: basterà che il Miur disponga l’obbligo per le scuole di trasmettere telematicamente il data-base degli alunni (cosa che già avviene, per esempio, per quanto riguarda la gestione contabile) per poter ottenere dati assai attendibili sulla attivazione di uno degli aspetti più controversi e delicati dell’intera riforma.
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