Fa discutere una recente nota dell’Ufficio scolastico regionale del Veneto in materia di contrattazione integrativa di istituto.
La nota dell’Usr, infatti, segnala ai dirigenti scolastici che i contratti di istituto non possono più riguardare tutte le materie finora previste perchè secondo il “decreto Brunetta” dalla contrattazione sono escluse tutte “le determinazioni per l’organizzazione degli uffici”. E così, per esempio, criteri e modalità di assegnazione del personale ai plessi e alle classi non possono più essere oggetto di contrattazione fra le parti.
Secondo l’USR del Veneto vanno quindi espunte dal novero della contrattazione di istituto le materie di cui alle lettere h, i ed m dell’articolo 6 del CCNL che sono ora – “in via esclusiva” – di competenza del dirigente.
Per essere ancora più chiari riportiamo integralmente i tre punti citati nella nota dell’USR:
h) modalità di utilizzazione del personale docente in relazione al piano dell’offerta formativa e piano annuale e modalità di utilizzazione del personale ATA in relazione al piano delle attività formulato dal DSGA;
i) criteri di assegnazione del personale alle sedi e plessi; flessibilità dell’orario di lavoro; ritorni pomeridiani;
m) criteri e modalità relativi a organizzazione del lavoro e articolazione dell’orario nonché criteri per l’individuazione del personale da utilizzare nelle attività retribuite con il fondo di istituto.
Alla presa di posizione dell’Ufficio scolastico del Veneto, dà particolare rilievo l’Anp che coglie anche l’occasione per riportare quasi integralmente le osservazioni dei revisori dei conti sulla contrattazione di una scuola dove invece queste regole non sono state rispettate.
In un caso, per esempio, i revisori dei conti hanno rilevato che, per effetto delle disposizioni contenute nel decreto 150/09 “tutte le materie attinenti all’organizzazione degli uffici nonché quelle oggetto di partecipazione sindacale sono escluse dalla contrattazione collettiva”; pertanto i revisori hanno invitato la scuola ad “attivarsi al fine di adeguare l’accordo alla normativa vigente” anche allo scopo di evitare gli effetti previsti dalle nuove norme (inefficacia e inapplicabilità dei contratti collettivi integrativi contrastanti con le norme stesse).
Gli altri sindacati, però, non ci stanno e in molti casi stanno passando al contrattacco denunciando i dirigenti scolastici per comportamento antisindcale.
“Ma – assicurano i responsabili dell’Anp – noi saremo al fianco di questi colleghi e metteremo a disposizioni i nostri legali; d’altronde ci risulta che anche l’Avvocatura dello Stato stia intervenendo nella stessa direzione”.
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